ROBERTO DAMIANI
Cronaca

Ricercatore fantasma all’Università di Urbino da più di 20 anni, ma lo stipendio lo prende

Non pubblica niente né si fa vedere. Guadagna tra i 2.500 e i 3.000 euro. Il rettore: "Una situazione intollerabile, si può arrivare al licenziamento". Ma lui replica sereno: "Torno per vedere quanto mi manca alla pensione"

Il rettore dell'Università di Urbino Giorgio Calcagnini parla del caso del ricercatore 'fantasma'. Faremo accertamenti

Il rettore dell'Università di Urbino Giorgio Calcagnini parla del caso del ricercatore 'fantasma'. Faremo accertamenti

Pesaro Urbino, 21 giugno 2024 – E’ un ricercatore dell’Università di Urbino, entrato per concorso nel 1997. Solo che dal 2003 non si è fatto più vedere in laboratorio. Non ha pubblicato nulla né si è preoccupato di giustificarsi con direttore del dipartimento, rettore, dirigente del personale, colleghi e studenti.

L’unico contatto da 21 anni a questa parte con l’Università è il cedolino dello stipendio a fine mese, sui 2500/3000 euro. Si chiama Luciano Lattanzi, 62 anni, ricercatore al dipartimento di Scienze pure e applicate, settore ambientale.

Abita a Montecopiolo, tra Marche e Romagna, molto attivo in paese. Quindici giorni fa è stato anche presidente di seggio per le elezioni. Il problema o il vantaggio, dipende del punto di vista, è che l’Università lo paga ma non sa perché. Il rettore Giorgio Calcagnini, al telefono, dice: "Abbiamo oltre 350 docenti e questo collega non lo conosco proprio. Mi sono arrivate segnalazioni sulla sua prolungata assenza. Ora aspetto che il direttore del dipartimento, professor Vicerè, mi mandi una nota ufficiale per attestare la mancanza costante di questo ricercatore. Una categoria che non ha obblighi particolari, certamente non è tenuta a timbrare il cartellino, ma è chiaro che debba fare ricerca. Se Lattanzi non ha prodotto nulla da 21 anni continuando a prendere lo stipendio, va chiarito tutto e subito dopo presi i necessari provvedimenti. Trovando conferme le varie segnalazioni che ho avuto, non escludo che si possa arrivare al licenziamento. Poi sarà una questione di giudice del lavoro ma non può essere una situazione da tollerare. Mi dicono che non sia a conoscenza della scuola nemmeno il suo numero di telefono".

Il direttore del dipartimento Andrea Vicerè: "Io ho cercato ripetutamente Lattanzi ma senza successo. Non mi ha mai risposto né si è mai presentato. Io ci tengo a dire però che non sono il datore di lavoro di Lattanzi, questo ruolo ce l’ha il rettore. Io ho il potere di dare parere negativi sulla produttività del ricercatore e mi sono attenuto a questo. Ma ricordo anche un’altra cosa: non ci sono obblighi di presenza per i ricercatori mentre i professori hanno il dovere di tenere le lezioni. Andrebbe inquadrato bene il problema disciplinare di Lattanzi ma non sarà facile".

Anche all’ufficio personale dell’Università conoscono il caso ma allargano le braccia: "Noi non abbiamo il ruolo di ispettori che controllano i presenti o gli assenti, ma è certo che il docente è inserito regolarmente nell’organico con i relativi oneri per l’amministrazione".

Aggiunge il rettore Giorgio Calcagnini: "In astratto, un ricercatore potrebbe non farsi vedere per molto tempo se fosse impegnato nella ricerca della vita, i cui dettagli però vanno definiti e resi noti ai rispettivi dipartimenti. Qui mi sembra una situazione molto diversa e per fortuna isolata. Non mi risultano altri ricercatori assenti così a lungo e comunque c’è sempre un contatto col proprio dirigente. In questo caso invece, non c’è nemmeno il contatto telefonico".

Eppure non è stat o difficile trovare il numero del professor Lattanzi. Al telefono dice: "E’ vero, non faccio ricerca dal 2003. La mia carriera è andata a rotoli perché ho fatto tanti progetti ma senza ricevere i fondi. Così sono rimasto a casa, pagato perché sono di ruolo. Ma non ho nemmeno un computer e non conosco il direttore del dipartimento (è in carica da 4 anni ndr). Adesso però torno in facoltà a vedere quanto mi manca per la pensione".