REDAZIONE PESARO

Riceci, lo spettro del ’ritocco’. Tra discarica e case solo 500 metri. Pd spaccato, Vitri contro Biancani

Venerdì i sindaci chiamati a votare sulla modifica della fascia che separa l’impianto dalle aree abitate

Riceci, lo spettro del ’ritocco’. Tra discarica e case solo 500 metri. Pd spaccato, Vitri contro Biancani

Venerdì i sindaci chiamati a votare sulla modifica della fascia che separa l’impianto dalle aree abitate

Caso Riceci, esplode il caos dentro il Pd. Micaela Vitri contro il sindaco Andrea Biancani, ed il primo cittadino che replica sparando a zero contro quella che era la sua compagna di banco nel consiglio regionale. I Verdi sono alla finestra e minacciano di uscire dalla giunta ed anche i 5 Stelle sono sul piede di guerra. Il perché del caos va ricercato sugli emendamenti al piano regionale dei rifiuti, su cui i sindaci della provincia voteranno il 20 prossimo all’assemblea dell’Ata. Alla 14ª osservazione si propone di portare il limite attuale della distanza della discarica dalle case da 1500 metri a 500 metri. Una mossa che è stata interpretata come una scappatoia per far "tornare in vita" la discarica di Riceci. Discarica che ha già avuto il no della Provincia, l’opposizione della Regione e contro lo sbarramento arrivato dalla Provincia la società sanmarinese Aurora ha presentato ricorso al Tar.

Tra i firmatari per ridurre le distanze anche il sindaco Andrea Biancani che è finito nel tritacarne. Perchè Micaela Vitri, dopo aver precisato il suo ruolo anche dentro il Pd, scrive: "Non solo prendo le distanze da questa proposta scellerata, ma chiedo al sindaco Biancani di non presentarla martedì all’Ata e di ritirarla al più presto". Quindi aggiunge: "Mi auguro che dietro a questa scellerata proposta infatti non vi sia un accordo ‘salva Riceci’ deciso alle mie spalle e di tanti cittadini perché solo l’idea mi farebbe rabbrividire".

La replica di Biancani è feroce: "Questa non sa di che cosa parla. La decisione è di tutti i sindaci e non la mia, anche se voterò a favore. E la discarica di Riceci non c’entra nulla, perché è morta. Qui si sta parlando di discariche pubbliche perché la situazione dei rifiuti è grave e bisogna quindi adeguarsi alla regioni limitrofe dove la linea è stata posta a 500 metri dalle abitazioni. Fra due anni si dovrà chiudere Tavullia e per i cittadini, le imprese e gli operai ci sarà un aumento della tassa rifiuti a due cifre. In un anno non è stata trovata una soluzione e con le distanze dalle case a 1500 metri non si riuscirà mai a fare una discarica e per il termovalorizzatore ci vorranno 15 anni. Per quello che riguarda la Vitri e da come esce quel suo comunicato più che a me dovete andarlo a chiedere a Palmiro Ucchielli e a Matteo Ricci. Non è la prima volta che mi attacca la Vitri e qui lo dico per la prima volta: nella primavera scorsa ha chiesto al gruppo regionale del Pd le mie dimissioni da vicepresidente del consiglio. Andate a chiedere di queste posizioni a Ucchielli e a Ricci. Ma a me importa poco perché io vado avanti. Tutta una questione di soldi? Assolutamente no. Ho chiesto come sindaco a Marche Multiservizi di non presentare ricorso al Tar ma su Aurora io non ci posso fare nulla. Riceci non si farà e non c’entra nulla. Questa è un’altra storia". In appoggio alla Vitri anche il segretario provinciale del partito Rosetta Fulvi che per chiarire la vicenda ha chiesto di rinviare l’assemblea dei sindaci, spostandola al 20 dicembre, ottenendola.

Una lettera che si avvicina a quella della Vitri arriva anche dal consigliere regionale dei 5 Stelle Marta Ruggeri che dopo aver ringraziato Gianluca Carrabs dei Verdi per l’assist, afferma: "... in quel documento dell’assemblea territoriale d’ambito (Ata, ndr) si propone di emendare il nuovo piano regionale riducendo le distanze minime delle discariche dalle aree residenziali da 1500 a 500 metri, ovvero un vero e proprio emendamento ‘salva discarica di Riceci. Credo che i sindaci del centrosinistra della Provincia avranno l’occasione per dare un segnale nella direzione di una convergenza nel campo progressista, in vista delle elezioni provinciali". Anche il consigliere regionale Renato Minardi del Pd vuole vederci chiaro e va sulle orme del segretario Rosetta Fulvi: "Una decisione così delicata sia dal punto di vista politico che per il territorio non può essere presa con emendamenti all’insaputa di tutti".

Il segretario provinciale dei Verdi, Adriana Fabbri, Riceci o non Riceci, si dichiara comunque contraria "a questo emendamento che porta il limite a 500 metri perché per noi viene prima la salute delle persone e per dirla tutta per noi la distanza di 1500 metri non è già sufficiente".

m.g.