"Franco Arceci è una delle persone più perbene che io abbia mai conosciuto in vita mia. A parlarne male, si rivolta contro la città". Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e ora europarlamentare, difende a spada tratta il suo ex capo di gabinetto, indagato per concorso in corruzione nell’inchiesta su Affidopoli insieme al componente del proprio staff Massimiliano Santini e al presidente di Opera Maestra e Stella Polare Stefano Esposto. Abbiamo intervistato telefonicamente l’ex sindaco all’indomani della nuova visita di Polizia e Finanza in Comune, mercoledì scorso. Gli investigatori volevano capire se Arceci, in pensione dal 2021, avesse o meno un titolo per giustificare la propria presenza nella stanza al primo piano di piazza del Popolo che, a fianco della porta, aveva la targhetta con il suo nome e cognome. La targhetta ora non c’è più perché il sindaco Andrea Biancani l’ha fatta rimuovere dopo aver accertato che l’incarico di Arceci è scaduto il 31 dicembre 2023 e che a oggi non risultano proroghe.
Matteo Ricci, lei ha seguito questi giorni la vicenda relativa all’approfondimento degli inquirenti riguardo al ruolo rivestito da Franco Arceci in Comune?
"Mi sono già espresso con un comunicato. Ho già detto che i dirigenti del Comune e Franco Arceci sono tutte persone per bene e serie che dimostreranno completamente la loro estraneità".
Ci riferiamo alla richiesta di chiarimenti da parte degli inquirenti sulla posizione lavorativa di Arceci in Comune e alla scelta del sindaco Biancani di rimuovere la targhetta a fianco della porta dell’ufficio in cui svolgeva la sua attività.
"Da parte mia esprimo solo grande sostegno e ringraziamento per uno dei migliori dipendenti pubblici d’Italia. Andrebbe premiato, anche perché è venuto a lavorare gratis per tanti anni invece di stare a casa a godersi la pensione. Quindi massima fiducia e massimo sostegno: l’ho definito il CR7 della pubblica amministrazione e lo confermo. Basta, mi fermo qui".