Ore di attesa snervante, tra presunti avvistamenti e l’ipotesi di una fuga pianificata. Ma ancora nessuna traccia di Riccardo Branchini, il 19enne di Acqualagna scomparso da sabato 12 ottobre, dopo aver parcheggiato la sua vettura a ridosso dell’ingresso della centrale idroelettrica del Furlo, con all’interno i vestiti e gli effetti personali, compresa la carta di identità e il bancomat. Il prefetto, Emanuele Saveria Greco, in seguito alla richiesta della famiglia, ha convocato un summit, fissato per il prossimo mercoledì, a cui parteciperanno tutti i vertici istituzionali interessati, tra cui i sindaci, le forze dell’ordine e l’Enel, per decidere in merito allo svuotamento dell’invaso a ridosso della diga.
L’iniziativa ha rincuorato la mamma di Riccardo, che aveva manifestato il desiderio che le ricerche fossero approfondite proprio nell’area dove si sono perse le tracce del figlio. Appunto per fugare ogni dubbio, cercando nelle grotte che insistono ai lati del fondale, dove non è stato possibile, da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco, completare le ricerche. Ma, come si diceva, negli ultimi giorni si sta facendo strada anche l’ipotesi dell’allontanamento volontario, sulla base di alcuni nuovi elementi raccolti. Innanzitutto le chat a cui Riccardo partecipava nella sua stanza, cercando di non farsi sentire né vedere da nessuno, come ha riferito la madre. Compresa la sera della scomparsa, quando aveva detto alla nonna che non voleva essere disturbato mentre era al computer. Poi è emerso l’episodio di una tessera, che aveva creato per una compagna di scuola, che dimostrerebbe la sua abilità nel produrre, all’occorrenza, forse anche copie di documenti.
Una serie di supposizioni che alimentano la possibilità di una fuga, organizzata però ad arte, tanto da non lasciare tracce. Una fuga tanto rocambolesca quanto improbabile, dinanzi all’assenza di riscontri. Ma pur sempre possibile, visto che di tracce non ve ne sono nemmeno per confermare il gesto estremo, eccetto i vestiti e gli effetti personali lasciati in auto, ma questi potrebbero anche confortare il depistaggio. Ma il perché Riccardo avrebbe messo in scena tutto questo non trova una spiegazione convincente. Negli ultimi tempi, come hanno raccontato gli amici, era un po’ nervoso e poco socievole. Probabilmente stava attraversando un periodo problematico. Ma un’uscita di scena così plateale, gettando nello sconforto la famiglia, non si addice al suo temperamento. Tuttavia, non si può escludere nessuna pista, almeno finché non emergeranno nuovi riscontri, come insegnano altri casi simili.
Marco D’Errico