Riccardo Branchini, l’incubo sciacalli e mitomani

Telefonate alla famiglia nel cuore della notte: uno di loro si è spacciato per il ragazzo, un altro pretendeva denaro per fornire informazioni. La legale ha sporto denuncia

Riccardo Branchini, il ragazzo di 19 anni di Acqualagna scomparso nel nulla da sabato 12 ottobre

Riccardo Branchini, il ragazzo di 19 anni di Acqualagna scomparso nel nulla da sabato 12 ottobre

Pesaro e Urbino, 26 ottobre 2024 – Incubo mitomani sulla sparizione di Riccardo Branchini, il 19enne di Acqualagna scomparso nel nulla da sabato 12 ottobre, dopo aver parcheggiato la sua vettura a ridosso dell’ingresso della centrale idroelettrica del Furlo. Dopo gli appelli lanciati dalla famiglia, anche attraverso la trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto”, si sono scatenati anche gli “sciacalli”, persone prive di qualsiasi scrupolo morale, che hanno preso d’assalto i numeri per le segnalazioni, riferendo fandonie e tentando di estorcere denaro.

“Uno dei mitomani – riferisce Elena Fabbri, legale della famiglia – aveva persino affermato che Riccardo fosse con lui, destando particolare apprensione da parte della madre, la quale ha richiamato per molte volte, ma il numero risultava irraggiungibile. Un altro, invece, pretendeva denaro per fornire informazioni. Sono sconcertata da quanto sta accadendo e ho già sporto alcune denunce all’Autorità giudiziaria”.

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Riccardo Branchini scomparso a 19 anni

Sono una cinquantina le chiamate finora arrivate, a tutte le ore del giorno e della notte. In una di queste, la persona usa un dispositivo per camuffare la voce e chiama “mamma, mamma”, come se fosse Riccardo. Non sono poi mancate urla a squarciagola, nel cuore della notte, e altre bizzarre comunicazioni di improbabili avvistamenti in varie località d’Italia. Un fenomeno, quello dei mitomani, che non è di certo una novità, ma che amplifica la sofferenza dei familiari in questo momento delicato. La confusione generate dagli squilibrati non giova alle segnalazioni attendibili, che continuano comunque a pervenire.

L’avvocato Elena Fabbri ha quindi invitato i familiari a non rispondere al telefono, mentre sta cercando di filtrare le chiamate moleste, avvertendo che non esiterà a segnalarle alle forze dell’ordine. Intanto, dopo l’appello a riprendere le ricerche, lanciato ieri su queste colonne, la famiglia attende con trepidazione eventuali sviluppi. Le ricerche, senza alcun esito, sono durate circa 10 giorni, e sono state infatti sospese qualche giorno fa, dopo il dispiegamento di un imponente task force, tra vigili del fuoco, con sommozzatori e droni, soccorso alpino speleologico, unità cinofile, protezione civile.

Il sindaco di Acqualagna, Pier Luigi Grassi, continua a monitorare la situazione, esprime particolare vicinanza alla famiglia: “Mi faccio portavoce della nostra comunità, cementata dal forte senso di solidarietà, che spera vivamente che la vicenda si concluda positivamente”.