Tornano a salire le rette delle residenze protette per anziani della nostra provincia. Secondo l’osservatorio pubblicato dal Gruppo Solidarietà, realtà che da tanti anni si occupa di questo tema, dal 2022 al 2024, in 17 su 31 strutture convenzionate con Ast Pesaro e Urbino, sono stati riscontrati incrementi da 3 a 36,80 euro al giorno, con un aumento percentuale che oscilla dal 10% al 391%. "Le rette a carico degli utenti – scrive l’organizzazione in un documento che contiene molte cifre - vanno da un minimo di 41,50 ad un massimo di 90 euro al giorno. La quota eccedente quella base (pari a 33 euro, sempre a carico delle famiglie) remunera prestazioni aggiuntive non comprese nella convenzione (mentre la quota a carico della Regione è di 37,70 euro, ndr.)" "Si parla quindi – prosegue la nota – di una spesa che va dai 1.230 euro a 2.700 mese. Se confrontiamo le tariffe del 2022 con il 2024 (il dato 2025 non è ancora disponibile), in 7 residenze la quota giornaliera a carico degli utenti è rimasta immutata, in altre 7 risulta addirittura diminuita (con un risparmio di 0,46 a 4,70 euro ed un calo percentuale dal 3,5% al 33,17%) mentre nelle restanti 17 la retta è aumentata".
"Nel dettaglio – aggiunge l’associazione - in dieci di queste l’aumento giornaliero va da 2,40 a 4,97 euro. In tre, da 5,39 a 8,35; nelle ulteriori tre, l’aumento è di 10,50, 19,89 e 36,80 euro".
Il Gruppo Solidarietà indica anche dove sono applicate le tariffe più alte e dove le più basse sempre nella nostra provincia. "La quota 2024 più alta è della Residenza protetta ’Giovanni di Bari’ di Fano – prosegue la nota – dove si arriva ad una tariffa di poco meno di 90 euro al giorno. Intorno agli 80 euro si posiziona invece il costo giornaliero della Residenza Protetta "Beato Sante" di Mombaroccio. La tariffa più bassa è invece quella della Residenza Vilna Clementi di Sant’Angelo in Vado, pari a circa 41,50 euro. Altre quattro si posizionano a 42,20 euro (e sono le residenze protette Madonna della Vita di Apecchio, la Solidale di Urbino, la Mamma Margherita di Piobbico e la Paradiso in Carpegna, ndr.)".
Il Gruppo Solidarietà poi aggiunge: "E’ necessario sottolineare che 28 residenze su 31 addebitano agli utenti anche prestazioni sanitarie e sociosanitarie (infermieri, fisioterapisti, operatori sociosanitari) che dovrebbero gravare in tutto o in parte sul servizio sanitario. In molte residenze una parte significativa degli oneri aggiuntivi a carico degli utenti riguarda proprio questo tipo di interventi".
"A conferma, ancora una volta – si legge ancora nel documento – che gli standard di assistenza stabiliti dalla regione Marche sono inadeguati per la gran parte delle persone ricoverate e che è necessario adeguare l’attuale quota a carico del servizio sanitario, condizione, non la sola, per ridurre le rette a carico degli utenti".
"Ricordiamo – conclude infine il documento di Gruppo Solidarietà – che la regione Marche ha disposto che le prestazioni aggiuntive devono essere richieste dall’utente e non automaticamente praticate e non possono superare il 50% della quota base: 33+16,50 euro, cioè 49,50 euro. Norma – conclude il Gruppo - che la regione Marche ha emanato ma mai fatto rispettare".