"Recuperiamo e salviamo il Molino del Duca"

Lo chiede Giorgio Londei. La struttura (di privati), attiva fino agli anni ’60, è avvolta dai rovi, ma segnalata: "Può essere meta di escursioni"

"Recuperiamo e salviamo il Molino del Duca"

Lo chiede Giorgio Londei. La struttura (di privati), attiva fino agli anni ’60, è avvolta dai rovi, ma segnalata: "Può essere meta di escursioni"

Percorrendo la strada delle Cesane, un cartello giallo indica un’escursione al Molino del Duca, in zona Palazzo del Piano, alle propaggini del comune di Urbino. A dispetto dello sgargiante cartello, non è facile raggiungerlo. Ne sa qualcosa Giorgio Londei, ex sindaco urbinate, che, stavolta in qualità di amante delle Cesane (dove abita da anni) e della storia del territorio, ci ha invitati ad andarci con lui. "Tantissime volte sono passato davanti a quel cartello – ci racconta mentre ci inoltriamo a piedi tra la vegetazione – ma solo recentemente ho provato a cercare davvero il mulino. Ero con Umberto Piersanti, anche lui grande estimatore delle Cesane. Abbiamo provato a cercarlo ma non ci sono ulteriori cartelli in prossimità. Poi, un agricoltore ci ha dato indicazioni e finalmente lo abbiamo visto".

E anche noi, guadato un ruscello, finalmente arriviamo al casolare. Il mulino oggi è un rudere divorato da una giungla nostrana di rovi e rampicanti, tutti i tetti sono crollati, e anche diverse pareti, ma la struttura non era piccola. Vi è anche un comodo ponte per evitare il ruscello, ma anch’esso è impraticabile per i rovi. Londei si fa strada armato di forbicioni e falcetto. La zona era ricca di mulini, ve ne erano diversi, di cui ancor oggi rimangono il mulino Denti e il mulino Vichi, mentre altri sono scomparsi. Pare essere del ’500, e conserva ancora un elegante portale in pietra bianca finemente lavorato: forse da questo dettaglio altolocato potrebbe derivare la nomea ducale, o forse effettivamente era di proprietà roveresca.

Funzionante fino agli anni ’60, serviva per macinare mais, ghiande e grano. Era una grande struttura in pietra e mattoni, fatta di vari ambienti con alcuni capanni esterni di servizio. "In seguito all’incontro sul turismo – dice Londei – organizzato dall’associazione Urbino Capoluogo alcuni giorni fa con l’assessore Francesco Guazzolini, Federico Scaramucci e Tiziano Mancini, ho ricordato che il nostro decalogo di idee ha un capitolo sul recupero dei beni culturali. Ebbene, credo che un luogo come il Molino del Duca sia un luogo da recuperare. Non parlo tanto della struttura in sé (che è proprietà di un privato) quanto della zona circostante. Non lontano da qui c’è anche la famosa Quercia del Duca, un esemplare enorme, meta di passeggiate. Sarebbe bello che il Comune facesse una piccola manutenzione qui attorno, con un cartello e un pannello, consentendo quindi un turismo escursionistico, che peraltro già, c’era come dimostra il segnale da cui è nata questa bella scoperta".

Giovanni Volponi