È partita da pochi giorni la caccia al re della cucina, il tartufo bianco pregiato. In attesa che Apecchio e Pergola lancino il periodo delle Mostre del Tartufo, a cui seguiranno Sant’Angelo in Vado e Acqualagna, sono già molti i cavatori che guidati dai fidati cani battono boschi e calanchi alla ricerca del più prezioso dei frutti della terra. I prezzi per ora si aggirano sui mille euro al chilo per una pezzatura medio-piccola, in attesa che la natura ci regali qualche pepita più grande. "La stagione si preannuncia buona - spiega Bruno Capanna, presidente dell’Associazione tartufai marchigiani - le piogge che hanno accompagnato i mesi estivi sono di buon auspicio per la raccolta di quest’anno. Sicuramente il tartufo raccolto migliorerà con il passare dei giorni. Non sono proprio convinto che l’apertura anticipata sia positiva per il ciclo del tartufo: c’è infatti la possibilità di imbattersi nei cosiddetti ’fioroni’, tartufi destinati a marcire e a lasciare le spore per la nascita dei futuri tuberi, raccoglierli e portarseli a casa rappresenta un danno ambientale".
Meno ottimista Matteo Guerra, tartufaio dell’Associazione Pianta una Pianta e Spera di Sant’Angelo in Vado: "La situazione per ora non è così florida come molti la dipingono – commenta Guerra -. È vero che il cavatore è sempre pessimista ma probabilmente ci siamo illusi che le piogge abbondanti che hanno aperto l’estate sarebbero state un toccasana, invece hanno indurito il terreno, perchè troppo intense e battenti, e il tartufo ha faticato a svilupparsi. Anche il caldo previsto in questi giorni, che dovrebbero essere autunnali, non fa che peggiorare la situazione. Insomma, per ora pochi tartufi, piccoli, molti ’fioroni’ e alcuni secchi. Sicuramente dove si sono avute delle piogge a luglio e agosto con il proseguo della stagione i tartufi arriveranno. Siamo sulla falsariga della stagione scorsa ma non escludo un miglioramento di qualità e quantità per fine ottobre".
Tutti concordano però sulle potenzialità del tartufo e Bruno Capanna, che è anche ex sindaco di Acqualagna, ha un sogno: "Il tartufo è stato ormai valorizzato, serve ora valorizzare il territorio che lo produce. Sogno un organismo sovracomunale che lavori alla promozione complessiva di tutte le realtà che sono collegate al tartufo, dai cavatori alla trasformazione, fino alla gastronomia. Potrebbe essere davvero un volano per il territorio".
Andrea Angelini