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Re Enrico II Plantageneto ebbe una grande dote: sopportare la moglie

Parliamo ancora un po’ dei regnanti medievali? Abbiamo toccato il tema della taumaturgia nella scorsa uscita, questa volta ci indirizziamo verso "varie ed eventuali" sul vertice della cosiddetta "piramide sociale". Nel primo basso Medioevo il re fu soltanto uno dei tanti nobili elevato al rango di "rappresentante" delle forze in campo, in certi casi egli possedeva anche meno terre dei suoi stessi signori. Ma il re acquisiva poteri miracolosi e ciò lo elevava sulla massa dei nobili.

I poteri dei sovrani non si limitavano alla guarigione della scrofola, a cui ricorrevano anche ecclesiastici, a riprova della "validità" del gesto. Il Venerdì Santo, in Inghilterra i sovrani solevano distribuire oboli. Le monete erano poi utilizzate per realizzare degli anelli con poteri "antinfiammatori". Per il popolo il dato era certo: i re potevano compiere prodigi, anche da morti, come fossero dei santi. A tal proposito alcuni sepolcri regali erano oggetto di venerazione, anche quello del capetingio Filippo Augusto. Di Enrico II Plantageneto, re d’Inghilterra si diceva che non si sedesse o fermasse mai. Le eccezioni al moto erano date dallo stare a sedere a cavallo oppure durante la consumazione dei pasti. Ma anche a cavallo aveva dello straordinario, perché percorreva molte più miglia degli altri senza smontare.

A mio avviso la dote più grande di Enrico era, però, quella che permetteva lui di sopportare sua moglie: Eleonora di Aquitania. Facezie a parte, si trattava della donna più intelligente e potente di tutta l’età medievale. Il loro rapporto conflittuale, tipico da marito e moglie con caratteri solidi, viene rappresentato nella pellicola “Il leone d’inverno“ del ’68 a regìa di Anthony Harvey che vede Anthony Hopkins nel ruolo di Riccardo Cuor di Leone, uno dei figli della coppia regale.

Daniele Sacco© RIPRODUZIONE RISERVATA