ALICE MURI
Cronaca

Raychev, l’ennesima perla di una super Vis

Senza l’attacco titolare, a Perugia il gol del bulgaro ha confermato che i biancorossi possono volare anche in mezzo alle difficoltà

Adrian Raychev festeggia il gol decisivo con i tifosi biancorossi

Adrian Raychev festeggia il gol decisivo con i tifosi biancorossi

Il trio bulgaro della Vis si dispiega in un arco temporale di 23 anni. Scarse presenze, gol rari ma non banali. Il primo fu Ivan Stoilov, giunto nel 2001 28enne alla corte di Pat Sala e poi Dal Fiume, in C1. Appena 12 apparizioni per lui e un gol, quello decisivo nel 2-0 casalingo al Benevento: una legnata terrificante in corsa. Il secondo fu Radoslav Kirilov, stagione 2018-19, regnante Colucci: 26 anni, appena 7 presenze (colpa anche di un infortunio), un gol prezioso nell’1-1 di Imola. Una meteora a Pesaro, salvo scoprirlo più avanti nella nazionale bulgara. Il presente si chiama Adrian Raychev, 18 anni e 9 mesi, nazionale U19 del suo Paese, impatto in biancorosso devastante: in gol al primo e unico pallone toccato. Spedito in campo da Stellone al 93’, a segno al 95’, pochi attimi prima del triplice fischio che ha assegnato i 3 punti. Con la Primavera 2 del Pisa aveva siglato un gol nella scorsa stagione, in 12 presenze. Con la Vis ne ha segnato uno in 12 minuti totali, divisi tra gli spezzoni contro il Lupo e Il Grifo. Le schede lo danno di piede destro, a quanto pare il sinistro non è da meno, e quel ‘paso doble’ promette cose interessanti. Sfrontato non c’è male, il più giovane della compagnia.

La Vis a Perugia ha vinto senza l’attacco titolare. Ad Arezzo aveva pareggiato senza la mediana titolare. Col Campobasso ha vinto senza la difesa titolare. E non c’è niente da capire. Stellone a Perugia ha messo dentro tutti i nuovi, ricavandone risposte esemplari. Certo, non si può dire che il meccanismo abbia girato a dovere come altre volte, inevitabilmente condizionato dalle assenze: una certa imprecisione nella trama dei passaggi, difficoltà a collegare a dovere i reparti, scelte finalizzative non in linea con la frequenza delle incursioni, come evidenziato anche da Stellone. Ma qui bisogna prendere in prestito le parole della vigilia pronunciate dal tecnico del Grifo Lamberto Zauli: "La Vis sa giocare partite di qualità e partite sporche". Quella del Curi apparteneva alla seconda categoria.

Particolari da evidenziare: dopo aver subìto espulsioni ingiuste per la malizia altrui, Coppola ha capito come si fa e ha fatto espellere un avversario; un passaggio ulteriore nella sua crescita. La squadra, e principalmente la difesa, è stata sottoposta nella parte centrale del secondo tempo a uno stress test (i cosiddetti momenti in cui bisogna compattarsi dietro, direbbe Stellone), e ha retto alla grande. Alla fine: zero tiri nello specchio per gli umbri, che non brillano nella materia; tra andata e ritorno hanno messo insieme appena un tiro in porta. Infine il cinismo, ovvero il gol, cui ha concorso mezza squadra. La generosità del Grifo stroncata da una ripartenza micidiale: riconquista palla su Torrasi, Lari a difenderla, Okoro per Tavernaro, taglio sulla corsa di Raychev e il resto è già storia. Quella che la squadra aggiorna con cadenza settimanale. Nella sua migliore stagione (’87- 88), la Vis aveva centrato 15 vittorie in tutto il campionato. Ora siamo già a 14, stabilmente nel plotoncino di testa. Dal Buon viaggio di Cremonini: per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale.