REDAZIONE PESARO

Quelli nelle liste di prese in carico: "Ne abbiamo recuperati 58mila"

C’è una certa dose di fatalismo nei marchigiani che, una volta contattato il Cup, si sentono dire che non è...

C’è una certa dose di fatalismo nei marchigiani che, una volta contattato il Cup, si sentono dire che non è...

C’è una certa dose di fatalismo nei marchigiani che, una volta contattato il Cup, si sentono dire che non è...

C’è una certa dose di fatalismo nei marchigiani che, una volta contattato il Cup, si sentono dire che non è possibile prenotare una visita o un esame e che dunque finiranno nelle cosiddette liste di presa in carico: "Tanto non richiameranno". Le prese in carico sono una novità relativamente recente, frutto del decreto legge “liste d’attesa“ del 7 giugno 2024. Chi finisce in quelle liste riceve un numero di protocollo, viene informato sui tempi previsti per la richiamata, sul nome del responsabile del procedimento e riceve anche un indirizzo Pec e un numero di telefono di riferimento da utilizzare. "Se il Cup regionale non è in grado di garantire la prenotazione – conferma Antonio Draisci, direttore Dipartimento Salute Marche –, intervengono le singole aziende territoriali provinciali che si occupano delle richiamate". Dall’inizio del 2025, nelle Marche sono state effettuate richiamate per 58.047 prestazioni su un totale di 127.452 (sempre tenendo conto, in questi numeri, che 100mila prestazioni sono “sparite“, nel senso che chi le aveva richieste al Cup ha preferito non finire nelle liste di prese in carico). Ma ce ne sono oltre 69mila ancora da fare.

"Noi effettuiamo monitoraggi di diverso tipo e con diverse tempistiche: giornalieri e settimanali – spiega ancora Draisci –, poi anche un monitoraggio programmato con l’analisi delle prestazioni garantite o no nei tempi per le rispettive classi di priorità. In quest’ottica valutiamo anche il potenziamento dell’offerta anche al sabato e alla domenica".

"Nell’Ast 1 di Pesaro-Urbino, per esempio – spiega il direttore generale Alberto Carelli – abbiamo 12-13 operatori che si dedicano alle richiamate e ogni lunedì facciamo una riprogrammazione in base alle prestazioni che – diciamo così – sono rimaste fuori. Ad esempio, se ci sono risonanze magnetiche da recuperare, aumentiamo le disponibilità. In sostanza cerchiamo di tarare l’offerta sulla base della domanda che non è stata soddisfatta nei giorni precedenti".