Da pochissimo hanno festeggiato il traguardo di 40 anni di attività nel nostro centro storico. Un risultato che in pochi possono vantare, considerando che il negozio ha attraversato anche diverse generazioni, passando di mano da padre in figlia. Si tratta della bottega Fantasy di via Branca, storico punto di riferimento per l’acquisto di lingerie e biancheria intima, oggi gestito da Sara Sevi: "Qui siamo rimasti in pochi a resistere – spiega insieme al marito, Giovanni Orciani –. Non è facile, infatti, gestire dei negozi a conduzione familiare, perché la concorrenza è tanta, soprattutto data dalle grandi catene, che possono permettersi di sostenere meglio i costi e proporre prodotti a prezzi che noi piccoli facciamo fatica a tenere. Ormai a dominare i centri storici sono i negozi franchising e per un piccolo commerciante il peso sta diventando insostenibile, tra bollette, tasse e quant’altro. Nel mio caso c’è stato un passaggio generazionale e devo ringraziare mio padre Bruno per questo, ma la situazione evolve molto velocemente e il commercio è diventato una giungla".
Sono loro a raccontare di un negoziante del centro storico, collega ed amico, che ha dovuto chiudere poco tempo fa il suo negozio di calzature: "E’ stato costretto perché, dopo 50 anni di attività, i clienti trovavano gli stessi prodotti nelle grandi catene a prezzi scontati – dicono – cosa che lui non poteva applicare. E sentirsi dare del ladro dai propri clienti non è per niente bello". Alle grandi catene si è aggiunta anche la concorrenza delle piattaforme e-commerce: "Oggi i negozi sono diventati dei grandi camerini – spiega Sevi – perché alcuni clienti vengono qui a provare dei prodotti per acquistarli poi online. Però devo dire che abbiamo anche una clientela affezionata, che non ci ha mai lasciato, segno che il lavoro, la qualità e la gentilezza pagano ancora".
Oltre alle difficoltà economiche, si aggiungono anche le rinunce personali: "Un negozio a conduzione familiare, con grandi sacrifici riesce a stare aperto 7 giorni su 7 – spiega – problema che invece non hanno le grandi catene. Ti ritrovi quindi a sacrificare tutto il tempo libero, non ci sono più domeniche o giorni di festa".
E Giovanni Orciani conclude: "Oltre ad incentivare chi vuole aprire una attività – dice – sarebbe necessario rivedere il sistema di aiuti e dare un incentivo anche a chi resiste".
ali.mu.