Quelli che lottano contro la droga: "Pesaro capitale occulta della coca. In centinaia ci chiedono aiuto"

Paola Uguccioni, presidente dell’Avap, dopo le tragedie in provincia: "Situazione sempre più preoccupante"

Quelli che lottano contro la droga: "Pesaro capitale occulta della coca. In centinaia ci chiedono aiuto"

Quelli che lottano contro la droga: "Pesaro capitale occulta della coca. In centinaia ci chiedono aiuto"

La loro missione è salvare vite. Strapparle dagli avvolgenti tentacoli delle droghe. E lo fanno sacrificando tutto di sé, perché spesso, come genitori, hanno vissuto lo stesso dramma. Sono gli angeli dell’Avap (Associazione volontariato antidroga Pesaro), che proprio i giorni scorsi ha celebrato il suo 30° anniversario con un grande convegno molto partecipato. Viste le tragedie che hanno colpito il pesarese negli ultimi giorni, abbiamo chiesto alla presidente, Paola Uguccioni, di disegnare un quadro della situazione.

Quanti ragazzi state seguendo adesso?

"Ho un cattivo rapporto con i numeri poiché considero i ragazzi come figli, ma potrei dire che abbiamo un centinaio di contatti tra Pesaro, Fano e Urbino. Di questi, una decina sono inseriti nella comunità di San Patrignano, tra cui un medico specializzato, un architetto e tre genitori di bimbi piccoli. Stiamo seguendo anche cinque ragazzi dal carcere, grazie al nostro operatore Maurizio Matteucci, e per alcuni presto dovrebbe iniziare un percorso di recupero".

Avete molte richieste di aiuto?

"Tantissime. Rispondiamo telefonicamente a centinaia di situazioni di emergenza. Negli ultimi 10 anni sono emerse patologie psichiatriche, psicotiche e situazioni fuori controllo. Sono troppi i genitori che vivono nell’angoscia e subiscono ricatti continui, richieste di denaro che non si esauriscono mai, violenze fisiche e psicologiche. Sapete quanti dormono inchiavati nella loro camera per paura? Potrei scrivere un libro... drammatico".

Quali sostanze si usano oggi? "Sicuramente c’è un poliabuso. Oggi si parla di Fentanyl, ieri di crak, eroina, cocaina, della ketamina. Ci saranno sempre nuove e vecchie droghe sul mercato, a cui spesso si sommano farmaci, alcol, ma anche gioco online e le nuove tendenze del web: un tranello che porta all’isolamento sociale e alle sfide oltre ogni limite, fino alla morte".

Qual è la sostanza più subdola?

"Lo spinello! Smettiamola di dire che una canna non fa niente. E’ la prima sostanza di approccio in un’età dove sono ancora piccoli, in adolescenza. Li rende svogliati, superficiali, spesso molto aggressivi. E’ un interruttore che gli spegne tutte le emozioni e passioni. Ci dicono: ‘mi rilassa, mi calma, non penso a niente’. Ma i giovani devono pensare, devono divertirsi, devono amare la vita, non sfuggirla".

E’ della stessa idea di Muccioli…

"Certo. Già nel 1993 lui tuonava dicendo ‘avremo un futuro con ragazzi come zombie, malati di Parkinson ecc’. Hanno impiegato 30 anni per ammettere che lo spinello è possibile causa di malattie psichiatriche o quantomeno ne accelera il processo".

Il dramma della droga è percepito dalla società?

"Come potrebbe? Si è fatto di tutto in questi anni per farla passare come una cosa quasi normale, che non fa più paura, che si canta.. In tante canzoni di tendenza e dei repper se ne parla, e nei concerti ci sono molti bambini.. ma noi abbiamo responsabilità in tutto questo".

Cosa vorrebbe dalle istituzioni?

"Essere riconosciuti come realtà che opera sul territorio da 30 anni, che senza una lira pubblica ha cercato di accogliere e aiutare migliaia di ragazzi e famiglie. Quando serve non esitiamo a portare i ragazzi a casa nostra, facendo turni per affrontare disintossicazioni e fasi che solo chi conosce il problema comprende. E ci autofinanziamo. Grazie al Comune di Tavullia abbiamo una sede che ci permette più disponibilità di accoglienza e di intervento. Ma occorre una collaborazione costruttiva con i servizi ed anche progetti adeguati. Pesaro è la capitale sommersa della cocaina da sempre (certo non nel parco) quindi chiudere gli occhi è ipocrita". Francesca Pedini