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"Quel dipinto l’hanno rubato a noi". Denuncia di un prof in gita scolastica
Urbino, 21 maggio 2024 – In visita al Palazzo Ducale di Urbino avrà certamente sorpreso i suoi studenti il professor Mario De Luise, docente salernitano dell’istituto Marini Gioia di Amalfi. Grande amante della storia dell’arte – di cui è fiero sostenitore, poiché questa materia è paradossalmente poco studiata in Italia – di fronte a un dipinto definito di “scuola baroccesca“ avrebbe riconosciuto un’opera che sarebbe stata trafugata nel 1980 dalla chiesa di San Matteo a Nocera Inferiore.
Il professore non ha avuto dubbi ("ma ora saranno i carabinieri per il Nucleo di difesa del patrimonio artistico a stabilirlo", come ha dichiarato alla stampa salernitana), il dipinto che era di fronte a lui e alla scoralesca sarebbe in realtà la “Deposizione“ di Angelo Solimena, datata 1664. Come può essere finita un’opera eventualmente rubata in un museo nazionale? Il dipinto in realtà non è dello Stato, ma della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, che ha concesso in comodato d’uso la tela (larga 173 centimetri e alta 248) assieme a tantissime altre opere. Dalla vicenda emergono però svariati aspetti che ad una prima valutazione non “quadrano“. A detta del professore dell’istituto di Amalfi, nel cartellino a lato dell’opera ci sarebbe stato scritto che si trattava di una copia o opera coeva del pittore di fine ‘500 inizio ‘600, Federico Barocci.
Però come si può verificare dall’archivio online dell’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio d’Italia) nella scheda sul dipinto, numero 40/5457/, questo viene catalogato come eseguito nel 1664 (dunque un anno preciso, e forse da qualche parte, in qualche documento è presente anche il nome dell’autore?). Anche su questo aspetto (la catalogazione come opera del 1664 e il cartellino che rimanda a un altro periodo) si dovranno trovare risposte. Non è tutto: nella scheda del Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale il dipinto rubato nel 1980 identificato col codice 19986 (scheda tutt’ora online) è segnalato come “recuperato“.
Ma quando? E perché viene descritto come di dimensioni inferiori, ovvero 200 centimetri per 130, anziché 248 per 173? E’ o no lo stesso a Urbino?
In un’intervista ai media salernitani il professore De Luise insiste nel sostenere di aver riconosciuto la mano di Angelo Solimena (1629 - 1716), autore che ha studiato col suo maestro, il professor Mario Alberto Pavone, autore di una monografia sul pittore nato a Canale di Serino, in provincia di Avellino. Sul caso si attende una risposta certa: i dipinti potrebbero anche essere due e di dimensioni diverse.