REDAZIONE PESARO

Quel caffè che non va giù Torrefazione nel mirino

Esposto di alcuni residenti contro la Ultramar. L’avvocato: "Attività insalubre". Ma l’azienda tranquillizza: "E’ tutto in regola, nessun ente ha mai rilevato miasmi".

Caffè amaro. Per chi abita vicino alla torrefazione nella zona dell’ex zuccherificio quello che si spande nell’aria è tutt’altro che un gradevole aroma di chicchi tostati. Ma un "odore insopportabile" e "soprattutto in estate con il vento di scirocco" che lo soffia dentro le case attraverso le finestre lasciate aperte per via del caldo. È l’odore della Ultramar Caffè, la nota azienda leader nel settore della torrefazione. E quello olfattivo non è l’unico dei problemi lamentati dai residenti, che contestano anche "irregolarità" tanto che, dopo aver segnalato il fatto in Comune, hanno deciso di presentare un esposto in procura e alle amministrazioni coinvolte nel rilascio delle varie autorizzazioni.

Esposto secondo il quale quella torrefazione non dovrebbe neppure essere lì, in un centro abitato, così vicino alle case, a confine con una scuola elementare, perché è un’attività che la legge definisce insalubre cioè nociva alla salute. Secondo l’avvocato Matteo Giuliani, incaricato da uno dei residenti, "dal momento che rientra nella categoria delle industrie insalubri, i titolari avrebbero dovuto darne preventiva comunicazione al sindaco di Fano, per consentirgli di prendere i provvedimenti ritenuti necessari a tutela della salute pubblica. È stato fatto? Se sì, perché i residenti da anni sono sottoposti a insopportabili odori molesti?".

"Il Comune di Fano - continua - ha inoltre rilasciato un titolo unico sebbene la scheda tecnica di comparto vieti esplicitamente l’insediamento nell’area di industrie insalubri come, appunto, le torrefazioni. Come è possibile che quella che si fregia di essere la città dei bambini e delle bambine abbia potuto autorizzare l’installazione di una torrefazione accanto a una scuola elementare, vicino a un parco pubblico, alla chiesa, all’oratorio e al centro abitato? La causa dei lamentati effluvi maleodoranti andrebbe ricercata anche nel fatto che, come rilevabile da pubbliche dichiarazioni dell’azienda, l’attività di torrefazione è aumentata enormemente, tanto che lo stesso amministratore delegato di Ultramar Caffè, su un sito specializzato, ha affermato di eseguire torrefazione per circa 10 tonnellate di caffè al giorno, lavorando h24. A distanza di oltre 4 mesi dall’esposto l’attività sembra procedere come prima, con l’azienda che continua indisturbata a lavorare, apparentemente anche in orario notturno".

Non solo: "Nel frattempo Ultramar ha annunciato un ulteriore ampliamento dell’attività. Ci si chiede - continua - come il Comune possa rilasciare nuove autorizzazioni a un’industria insalubre nonostante l’espresso divieto contenuto nelle norme tecniche di attuazione del Prg, come integrate dalla scheda tecnica di comparto. Un ampliamento ancor più incomprensibile se si tiene conto delle scelte urbanistiche contenute nel nuovo Prg, appena presentato, che prevede per quell’area non più attività produttive ma abitativo, terziario ed edilizia scolastica. Chi vorrà andare ad abitare o andare a scuola a pochi metri da un’industria insalubre?".

Dalla Ultramar fanno sapere che è tutto in regola: "Siamo una realtà che ha sempre fatto molto per Fano e continueramo a farlo - spiega Alessandro Nava, socio e membro del cda - Siamo una famiglia che crede nella città e nei valori sociali. Conosciamo l’esposto e siamo tranquilli. Abbiamo sempre lavorato nel pieno rispetto di tutte le norme e lo proveremo. Sono venuti diverse volte quelli dell’Arpam e altri enti e non abbiamo mai avuto un problema. Alla luce di questo continueremo a lavorare e saremo felici di continuare a dare lavoro a 70 persone". E a proposito degli odori? "Non sono stati rilevati - conclude - da nessun ente ufficiale"

Elisabetta Rossi