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Quartieri, cosa c’è da fare. Ecco la lista degli interventi: "Ma serve cambio di passo"

A fine novembre i 13 presidenti uscenti lasciano, però chiedono modifiche. Oggi in consiglio la delibera che prevede la stesura del nuovo regolamento.

Alcuni. presidenti dei quartieri uscenti

Alcuni. presidenti dei quartieri uscenti

La mappa completa degli interventi fatti e quelli ancora da fare nell’arco dei prossimi cinque anni è una parte dell’eredità lasciata dai presidenti uscenti dei 13 quartieri cittadini al Consiglio comunale. La mappa emerge dal report dettagliato dai presidenti di quartiere con un certosino lavoro di sintesi per fissare, in modo pratico, le priorità stabilite in base ai bisogni dei cittadini che abitano il quartiere. Il quadro diventa attuale in vista delle elezioni di fine novembre quando i presidenti uscenti lasceranno il testimone ai nuovi che opereranno durante la consiliatura del sindaco Biancani.

Il resto dell’eredità lasciata al servizio della comunità è composta da due azioni. La prima è nella dotazione di una piattaforma informatica, realizzata dall’amministrazione su impulso dei quartieri con la Cte, la Casa delle tecnologie emergenti: un software metterà a sistema gli interventi da fare e le risorse a disposizione, aggiornando in tempo reale il quadro con le nuove istanze che verranno inserite e dando immediata contezza dell’avanzamento degli impegni presi con i quartieri. La seconda è nella stesura del nuovo regolamento degli organi di rappresentanza del territorio, i quartieri, appunto, che sarà tra le delibere in discussione durante il Consiglio comunale di oggi: i 13 presidenti hanno elaborato e chiesto alla maggioranza di introdurre, con il provvedimento, alcune modifiche anche sostanziali "perché – spiegano – dopo anni di esperienza sul campo, abbiamo capito quali formule inefficaci andavano eliminate e modificate per ottenere risultati concreti, in tempi sostenibili". Fermo restando l’impulso puramente consultivo degli atti prodotti dai Consigli di quartiere è indubbio il valore politico, in termini di consenso e dissenso, rispetto a come l’amministrazione riesce a metabolizzare le priorità espresse dai cittadini nei quartieri.

Nell’idea dei presidenti uscenti ci sarebbe quella di rifondare il patto con i quartieri "perché – dicono – sia un reale e interattivo rapporto di scambio e non un vuoto impegno formale". Altrimenti "se si deve continuare a contare poco o nulla, è fin troppo impegnativo il carico che si chiede ai quartieri". Il nuovo regolamento, è stato ribattezzato dai 13 presidenti come "il testamento": "se dovesse essere approvato – concludono – visto l’approccio poco ideologico e molto pratico, i quartieri del futuro non saranno più quelli del passato". Oggi in Consiglio comunale il dibattito si preannunica acceso: il centrodestra, in commissione, ha dato tutt’altra interpretazione riguardo ai dispositivi introdotti nel nuovo regolamento a tal punto da ritenere l’elaborato penalizzante, proprio, della rappresentantività effettiva dei Consigli. Vedremo.

Solidea Vitali Rosati