Pesaro, 27 ottobre 2024 – Arriva con la bicicletta e la appoggia a uno dei platani di Strada Montefeltro, all’altezza del ristorante Palis. Si porta dietro dei sacchi vuoti. Scende nel fosso che costeggia la carreggiata e inizia a pulire, mettendo nel sacco bottiglie vuote, cartacce, plastica e tutto lo sporco che trova. Poi deposita il tutto vicino all’unico cestino che c’è nella zona, per farlo portare via dai mezzi Aspes.
E’ una donna sulla quarantina. Tratti asiatici, forse è giapponese. Fino a pochi giorni fa puliva indossando solo i guanti trasparenti che si trovano nei supermercati. Poi ha incontrato uno che lavora da quelle parti, rimasto folgorato dal vedere in azione una persona che si preoccupa di lasciare i fossi puliti. Lui si chiama Marzio Ulissi, 62 anni, storico titolare a Pesaro di una ditta di autodemolizioni. Il retro della sua ditta dà proprio sui fossi che la donna pulisce.
L’ha vista la prima volta due o tre settimane fa. Poi la settimana appena finita. "Quando l’ho vista mi pareva un angelo che dava una lezione agli incivili – dice Ulissi – Le ho dato un paio di guanti più adatti, mia figlia le ha offerto un caffè. Lei dice ’Scusa scusa’, a mani giunte, come se facesse qualcosa di sbagliato. L’italiano lo parla a spizzichi e bocconi. Pulisce per un paio di ore poi va via. Ma non la vedi, sta dentro il fosso. La prima volta mi sono accorto di lei per caso".
"Tutta la sporcizia che lei raduna – continua Ulissi – viene buttato sia dai camionisti di passaggio che pensano che nel fosso si possa gettare qualsiasi cosa, che da quelli che lavorano nelle fabbriche di questa zona. Quel cestino, l’unico lungo la strada, l’ho fatto mettere io davanti alla fermata del tram, ne servirebbero altri, nel piazzale Coralloni, e servirebbero anche le telecamere. La gente che passa da qui, camionisti a parte, davvero non sa dove gettare i rifiuti. Tempo fa c’era un cassonetto dell’indifferenziato, ma i muratori buttavano i calcinacci dentro e l’hanno fatto togliere".