Produzione industriale in allarme: "Nella meccanica un calo del 25%. E a settembre-ottobre peggiorerà"

Quadro negativo in arrivo secondo osservatori a partire da Gino Sabatini della Camera di Commercio. Rossini (Uil): "L’impatto sociale non si sente perché vanno a casa gli interinali". Anche Cna vede nero.

Produzione industriale in allarme: "Nella meccanica un calo del 25%. E a settembre-ottobre peggiorerà"

Produzione industriale in allarme: "Nella meccanica un calo del 25%. E a settembre-ottobre peggiorerà"

"Siamo alle porte di una tempesta perfetta, e cioè di una crisi come quella del 2008/2009", dice Gino Sabatini presidente della Camera di Commercio regionale. Che aggiunge: "I segnali che arrivano da vari comparti non sono buoni perché tutti parlano di frenata, ma la punta dell’icerberg è il settore della moda, dove i cali di fatturati sono importanti. Ci sono aziende tarate per una certa produzione che si sono viste con ordinativi nelle di due terzi in meno. Di tutto questa situazione abbiamo reso edotti tutti i politici sia a livello nazionale che locale". La moda e il lusso e cioè un settore, che nella nostra provincia va a colpire la cosiddetta jeans valley che lavora anche per i grandoi brand della moda. Moda e lusso da sempre considerati settori a consumi costanti anche se variano i prezzi.

Ma nel cuore pulsante dell’economia provinciale e cioè tutto il settore della meccanica, come vanno le cose? Una risposta arriva da Paolo Rossini della Uil: "La situazione è molto delicata perché si è davanti ad un calo stimato tra il 20 e il 25%. Ma pensiamo che le cose possano peggiorare da settembre-ottobre in poi. Perché non si sente ancora l’impatto sociale? Per il semplice motivo che il mercato del lavoro è a fisarmonica con gli interinali e cioè persone che assumi nei momenti di punta della produzione e che poi mandi a casa in situazione come questa: e di personale interinale a cui non è stato rinnovato il contratto ce n’è molto: possiamo stimare nell’ordine di migliaia di persone. Una crisi che arriva perché la Germania è ferma e molte nostre aziende lavorano in contoterzismo per le aziende tedesche ad iniziare dall’automotive. Il calo dei consumi? Da mettere nel conto: nell’artigianato un operaio in cassa integrazione prende intorno ai 4 euro l’ora". Attenzione massima anche nel fare la spesa e quindi carrello leggero con riflessi anche nelle grandi catene dei supermercati.

"Io non so – dice Moreno Bordoni della Cna – se stiamo andando verso una tempesta perfetta, ma sicuramente la situazione è molto delicata perché si aggiungono problemi a quelli che già sappiamo come l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. Ora si è fermato anche il Medioriente che era un mercato importante per noi. Poi si è bloccato quello con Russia e Ucraina.

E’ vero che piovano ogni settimana 30-40 richieste di cassa integrazione nel settore dell’artigianato? "E’ vero ma diciamo che sono richieste preventive. Non mancano gli ordini, ma non si riescono a chiudere i contratti. Moda a parte, la cosa che va male da noi in provincia è le meccanica e soprattutto tutte quelle aziende che lavorano per la Germania, nazione che è in piena crisi. Invece il mobile galleggia, è uno di quelli che se la sta passando meglio". Calo di ordinativi anche nella nautica. Ma qualcuno che va in controtendenza c’è? "Farmaceutica, tutte le società che hanno come business la lavorazione delle materie prime e chi lavora con il petrolio e il suo trasporto".

m.g.