ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Preso il "grossista" dei pusher. A Pantano il bunker dello spaccio

In cantina i carabinieri gli hanno trovato sei etti di cocaina: in manette un operaio albanese di 35 anni

Preso il "grossista" dei pusher. A Pantano il bunker dello spaccio

Preso il "grossista" dei pusher. A Pantano il bunker dello spaccio

Usava la sua cantina di Pantano come bunker dello spaccio: i militari del nucleo investigativo di Pesaro ci hanno trovato dentro 6 etti di cocaina per un valore, sul mercato, di oltre 50mila euro. E’ quanto accaduto mercoledì pomeriggio e in manette, con l’accusa di essere il pusher degli spacciatori, è finito un operaio albanese di 35 anni che è stato condotto in carcere a Villa Fastiggi in attesa di convalida. Un quantitativo così ingente, infatti, secondo gli investigatori sarebbe compatibile con un elevato grado di potere nella scala piramidale dello spaccio. Una sorta di "grossista" intorno al quale le attività investigative stanno conducendo indagini mirate per ricostruirne la rete dei contatti. Tra i clienti dell’operaio albanese, infatti, non ci sarebbero tanto i consumatori abituali quanto, piuttosto, altri spacciatori. Il 34enne arrestato dai carabinieri dell’arma, quindi, può definirsi un "pesce grosso" nel mare del traffico cittadino degli stupefacenti e il suo arresto è stato un colpo significativo ai traffici di sostanze proibite. I militari del nucleo erano sulle sue tracce da un po’ quando, l’altro pomeriggio, lo hanno intercettato nella zona in cui si trova la cantina del tesoro.

Lo hanno sorpreso in strada e sottoposto a un controllo. E a questo punto l’uomo è stato sottoposto alla "prova delle chiavi", ossia hanno visto se nel mazzo di cui era in possesso c’era la chiave che apriva la porta giusta, ovvero quella dietro cui sospettavano ci fosse la droga. Il tentativo è andato a buon fine e i militari hanno trovato, all’interno, i 600 grammi di cocaina e anche la sostanza da taglio necessaria per metterla in commercio suddivisa in dosi. Un altro colpo messo a segno dalle forze dell’ordine nella guerra contro lo spaccio.

E’ di alcuni giorni fa la notizia che "GiagaGiaga", questo il soprannome del 34enne nigeriano denunciato pochi giorni fa dalla squadra mobile della polizia di Pesaro, è stato accompagnato al centro di permanenza per il rimpatrio in attesa della sua prossima espulsione in Nigeria. Il 34enne è noto per essere un punto di riferimento per i tossicodipendenti che frequentano il sottobosco del parco Miralfiore e sospettato di essere dedito al traffico di stupefacenti. E’ stato denunciato perché, durante il controllo della polizia era in possesso di un coltello ed era già sottoposto a foglio di via del Questore e divieto di dimora a Pesaro emesso dal Tribunale a seguito di rapina aggravata.