Premiati gli avvocati urbinati di lungo corso. Applausi alle toghe di diamante, platino e oro

Il più longevo è Enzo Vampa con sessant’anni di iscrizione all’albo. Il presidente Pasquale Marra: "Grazie per il vostro esempio"

Premiati gli avvocati urbinati di lungo corso. Applausi alle toghe di diamante, platino e oro

Il più longevo è Enzo Vampa con sessant’anni di iscrizione all’albo. Il presidente Pasquale Marra: "Grazie per il vostro esempio"

Cerimonia solenne ieri mattina in tribunale a Urbino in onore di dieci avvocati di lungo corso. La sala d’udienza intitolata al compianto giudice Paolo Cigliola era gremita di professionisti del diritto, alla presenza di tantissimi giovani legali. L’occasione è stata il conferimento da parte del Consiglio dell’Ordine presieduto dall’avvocato Pasquale Marra delle Toghe d’oro, di platino e di diamante. In particolare, sono stati premiati per i 40 anni di professione gli avvocati Maurizio Binotti, Loris Mascioli, Salvatore D’Accardi, Manlio Manuali, Marcello Fagioli, Giuliano Melini e Antonio Fabi.

Un pergamena alla memoria è andata all’avvocato Enzo Calandrini, legale di Cagli, deceduto pochi mesi dopo aver compiuto i 40 anni di professione. Consegnata anche la Toga di platino per i 50 anni di professione all’avvocato Luigi Ciancamerla di Cagli ed infine Toga di diamante per 60 anni di iscrizione all’avvocato Enzo Vampa che ha suscitato applausi per le sue fulminee battute sui segreti della professione che, a parer suo, "non è per niente usurante".

Per ognuno dei premiati, il presidente dell’Ordine Pasquale Marra ne ha voluto esaltare sia il carattere che la professionalità ("pugnace, tenace, colto, umano, corretto ecc.") ringraziandoli per l’esempio. Prima ancora del conferimento degli attestati, il presidente Pasquale Marra ha voluto ripercorrere la storia del tribunale di Urbino partendo dall’Urbino rinascimentale di Federico da Montefeltro, dalla sua Corte delle arti e delle scienze, ai figli illustri di questa terra, da Raffaello a Barocci, dall’Università, la prima o seconda delle Marche, al prestigio e alla cultura che ha permeato la città secolo dopo secolo, ricordando che per "dieci anni, dal 1923 al 1933, per volere del regime fascista allarmato dal vento contrario che spirava a Urbino, il tribunale venne chiuso d’autorità trasferendo le cause e i processi a Pesaro. Solo la tenacia degli avvocati urbinati riuscì ad ottenere la riapertura del tribunale dopo dieci anni ma quando l’opposizione politica era ridotta o sparita. E ora, con Urbino finalmente capoluogo di provincia, possiamo dire che il nostro tribunale rimarrà qui insieme purtroppo ai problemi del personale ancora sotto organico. Non ci stancheremo per questo di lavorare insieme alla magistratura per rendere il nostro tribunale sempre più efficiente e capace di dare risposte di giustizia rapide".

Il presidente Marra è poi entrato nell’anima della professione ricordando ai giovani colleghi presenti nella sala che "l’avvocato non deve compiacere il cliente ma dirgli in maniera chiara la verità dei fatti. Mai venir meno ai propri obblighi deontologici anche se possono comportare conseguenze".

Hanno preso la parola per portare un saluto anche il presidente del tribunale di Pesaro Lorena Mussoni, il giudice De Leone, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini che si è detto meravigliato di come la professione di avvocato "mantenga comunque giovani malgrado il passare di tanti anni" e la rappresentante marchigiana delle camere penali che si è complimentata per il clima di grande affiatamento professionale tra generazioni diverse che ha respirato arrivando al tribunale di Urbino. Non ha voluto mancare alla cerimonia il giudice urbinate, in pensione da anni, Paolo Bardovagni.

ro. da.