Cari lettori, mentre attendo di parlare con Gabriele Riciputi, presidente dell’Aido – Associazione Italiana Donazione Organi – di Pesaro, per accordare le date degli incontri di sensibilizzazione ai ragazzi delle scuole secondarie, ne approfitto per ringraziarvi. La scorsa settimana sono stata colta di sorpresa nel leggere la mia candidatura per l’iniziativa de “il Resto del Carlino“: "Cittadino dell’anno".
Vedere una mia foto e la mia storia riassunta in 12 righe accanto a quella di tanti altri cittadini, è per me un onore indescrivibile. Ho esclamato: "Perché?!", in senso positivo. Non capita tutti i giorni di ricevere una candidatura simile, vuol dire che da qualche parte, per qualche motivo che io non comprenderò mai, c’è qualcuno che prova stima nei miei confronti – credo che questa sia la parte che più mi sorprende –.
Quando ero bambina mi sentivo in difetto rispetto ai miei coetanei: stavo male, mi evitavano e nessuno riusciva a capirmi. Non ne facevo un dramma, né tanto meno cercavo di forzare un’ipotetica amicizia inutilmente. Preferivo starmene da sola cercando di coltivare al meglio le mie passioni e, cosa più importante, cercando di sopravvivere senza soccombere alla malattia genetica – Fibrosi Cistica – che piano piano mi logorava.
Ho visto in faccia la morte 3 volte, ma sconfiggendola ho pensato che ero destinata ad un futuro che avrebbe giovato non solo a me stessa, ma anche a tutti coloro che in me vedono un faro di speranza. Non augurerei tutto quello che ho vissuto neanche al mio peggior nemico. I trapianti, gli anni passati dentro la camera di un ospedale… oggi però so che tutto questo è servito a qualcosa: vorrei aiutare tutti coloro che si trovano in una qualsiasi situazione difficile, perché non c’è cosa più bella dell’aiutare il prossimo. Grazie.
Asia D’Arcangelo