Piazza della Repubblica: da luogo di svago a trappola. Può accadere in giornate come l’altro ieri, in cui chiunque, ignaro delle successive tre ore di pioggia, uscito a piedi per qualche commissione in centro o reduce da un appuntamento dal parrucchiere o shopping in un negozio, si ritrovi all’improvviso (con o senza ombrello, cambia poco) a dover affrontare diverse centinaia di metri a piedi con dei sandali e un abbigliamento del tutto inadeguato, sotto la pioggia torrenziale.
Mentre ci si dispera sotto i portici, unico luogo riparato dove attendere che spiova, l’illuminazione: prendere il primo autobus che porta fuori dalle mura. Ottima idea, se non fosse che le 17,50 sono passate e i bus non transitano più in piazza. È quello che è successo venerdì a una ragazza, tutt’altro che “over“ d’età, una giovane lavoratrice che abita fuori dal centro, semplicemente colta di sorpresa dall’acquazzone e ignara che non passassero più gli autobus la sera. Le alternative a quel punto, per lei – che ci ha fatto questa segnalazione – e quelli come lei, erano due: attendere che la pioggia finisse (senza sapere quando) o chiamare un taxi. E il taxi alla fine qualcuno l’ha dovuto chiamare (come si vede nella foto di venerdì pomeriggio). "A me è andata meglio – ci racconta –, un conoscente si è offerto di accompagnarmi a casa. Altrimenti avrei dovuto chiamare un taxi anch’io".