Pesaro, 2 agosto 2024 – Il comparto della piccola pesca è in ginocchio: le barche pescano solo mucillagini che danneggiano le reti e i motori, aumentano le spese e azzerano i guadagni. “La situazione è gravissima – spiega Luca Cava, portavoce dei pescatori titolari di piccole imbarcazioni – nel mese di luglio siamo riusciti a pescare sì e no per una settimana, per il resto tutto il lavoro è andato in fumo. La colpa è delle mucillagini. Caliamo le reti ed esse si chiudono per la presenza di questo materiale viscoso che impedisce ai pesci di entrare e che ci toglie il lavoro”.
Una situazione che si traduce “in un danno enorme per un comparto composto da famiglie che devono mantenere anche dipendenti. Passiamo più tempo a pulire le reti che a lavorare e questo ci ha provocato conseguenze molto serie. Non si può stare senza lavorare tutto questo tempo”. Negli ultimi due giorni, qualche segnale di ripresa c’è stato, ma l’emergenza resta: “Siamo riusciti a pescare qualcosa con grande fatica, ma è troppo poco, le mucillagini sono ancora presenti”, dice Cova che chiede a Regione e Ministero di farsi carico del problema: “Qualcuno ci aiuti, servono contributi di supporto”.
Lo stesso grido di allarme viene da Emma Cavalli, che lavora con la sua famiglia ed alcuni dipendenti nella sua bancarella al porto che vende solo ciò che pesca la loro barca: “Caliamo le reti – dice – e prendiamo solo mucillagini. Usciamo in mare per fare prove e questo comporta solo costi e niente guadagni. Non siamo in grado di farcela da soli. Usciamo da una fase drammatica per il Covid, stiamo pagando a rate i danni provocati dalla pandemia, nessuno di noi è in grado di sopravvivere a un periodo lungo senza pescare. Le mucillaggini sono diventate un problema molto serio. Abbiamo resistito un mese, ma ora come facciamo a pagare gli stipendi e ad andare avanti? Qui non stiamo parlando di pareggio, ma di rimessa quotidiana per le spese continue che dobbiamo sostenere e a cui non corrispondono incassi. Chiediamo alla Regione e al Ministero lo stato di calamità e contributi per salvare il comparto”.
I tantissimi clienti, un migliaio solo nella chat, che frequentano la bancarella di Emma, chiedono lumi così come gli altri consumatori che affollano la mattina il porto: “Li abbiamo tenuti informati – spiega Emma – in queste due ultime giornate abbiamo anche venduto qualcosa ma è troppo poco. Occorre un aiuto urgente da parte della Regione o del Ministero. Le famiglie non possono farcela da sole, il comparto rischia di subire danni gravissimi e con esso il sistema di vendita diretta al cliente che viene al porto acquistando ciò che la barca ha pescato, dunque con la garanzia di avere quella qualità e certezza della provenienza che cerca”.
Le mucillagini procurano anche danni alla barca: “La pompa di raffreddamento dell’acqua salata aspira dal mare – spiega Gianni Boni – la mucillagine si ferma e si compatta nel filtro che si intasa, con il conseguente riscandamento dell’acqua di raffreddamento. E allora bisogna spegnere il motore e pulire. Inoltre riportare a bordo le reti sporche è una grande fatica perché diventano pesantissime. Bisogna pulirle con l’idropulitrice: è un lavoro estenuante, alcuni di noi hanno smesso di pescare, un giorno provano e una settimana si fermano”.