Acqualagna (Pesaro), 25 ottobre 2024 – “Riccardo deve tornare a casa: in un modo o nell’altro. Si devono riprendere le ricerche”. E’ l’accorato appello della famiglia di Riccardo Branchini, il 19enne di Acqualagna scomparso nel nulla da sabato 12 ottobre, dopo aver parcheggiato la sua vettura a ridosso dell’ingresso della centrale idroelettrica del Furlo, con all’interno i vestiti e gli effetti personali. La mamma di Riccardo, Federica Pambianchi, stringe al petto Ali, l’amato gatto del figlio, mentre racconta i lunghi e tormentati giorni di attesa, sollecitando la ripresa delle ricerche, che sono state interrotte dopo 10 giorni di intense attività, con l’impiego di sommozzatori e unità cinofile dei pompieri, squadre del soccorso alpino speleologico e impiego di droni. “Non abbiamo avuto ancora una risposta certa – afferma la signora Federica – malgrado gli sforzi e l’impegno degli uomini dispiegati, e conviviamo con un’angoscia senza fine, che ci sta logorando giorno dopo giorno…”.
La mamma: si fermi l’acqua alla diga
Difficile per la signora Federica vivere nel limbo dell’incertezza, senza sapere se quelle acque limacciose abbiano inghiottito il corpo del figlio: “Si fermi il flusso dell’acqua alla diga – aggiunge – perché solo così la profondità diminuirebbe, permettendo di ispezionare anche gli anfratti più profondi, dove ci sono diverse cavità. Mi hanno detto che non si può fare, ma nel fondale non è stato possibile completare le ispezioni, a causa della scarsissima visibilità. Sono sicura che ci sarà pure un modo per farlo”.
La famiglia di Riccardo
Al fianco della mamma di Riccardo, il compagno, la zia Laura, la nonna Osvalda, che sostengono l’urgenza di continuare a cercare in quello specchio d’acqua vicino al luogo della scomparsa: “Se non si trovasse il corpo dove è più probabile che sia, considerando il gesto estremo, allora potremmo nutrire la speranza che Riccardo sia ancora in vita”. La famiglia è poi convinta che si debbano mettere in campo tutte le risorse disponibili, non solo i mezzi tecnologici: “Nel nostro territorio – aggiunge Laura Pambianchi, zia di Riccardo – abbiamo molti esperti di montagna, anche tra i volontari della protezione civile, che conoscono a menadito qualsiasi estrema propaggine. Se Riccardo si fosse addentrato nei boschi o in zone impervie, la loro collaborazione sarebbe provvidenziale”.
Le ricerche senza sosta del papà
Nel frattempo, il papà, Tommaso Branchini, sta continuando a cercare incessantemente il ragazzo: “E’ andato ultimamente al castello di Piobbico – racconta mamma Federica – dove con Riccardo andava a osservare il cielo stellato. E’ un luogo denso di ricordi ed emozioni. Lui è convinto che prima o poi troverà il figlio in quei luoghi che hanno per entrambi un significato”. Riguardo alle tante segnalazioni ricevute, anche dopo l’appello lanciato mercoledì sera alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, la famiglia rileva che il più delle volte sono infondate: “Prima di fare segnalazioni – conclude la zia Laura – chiedo di assicurarsi che si tratti davvero di Riccardo. Non c’è cosa peggiore che illudersi e poi rimanere delusi”.