Pesaro, 8 gennaio 2023 – Sono pesaresi da sempre, qui hanno famiglia, casa, affetti. Eppure, appena andati in pensione, molti di loro salutano e vanno all’estero spinti dal miraggio di pagare meno tasse. Destinazione Portogallo, Tunisia, Grecia, Cipro, Ungheria e da due anni anche la vicina San Marino dove la tassazione sulla pensione lorda è del 6%. Se quelle persone rimanessero in Italia, con pensioni oltre i 55mila euro lordi, l’aliquota raggiungerebbe il 43 per cento. Non sono però tutte rose: si deve rimanere nel Titano (e in tutti gli altri Paesi) almeno 6 mesi l’anno, va dimostrato di viverci, non è consentito rimanere per chi ha una pensione pubblica, va presa la residenza, un’assicurazione sulla salute e aperto un conto corrente. San Marino ad esempio chiede che la pensione privata superi almeno i 50mila euro annui o che la persona abbia un deposito bancario di almeno 300mila euro, altrimenti non se ne parla proprio. Questo soggiorno, che prende il nome di residenza atipica, può durare 10 anni, poi si torna a casa.
Prima di fare le valigie e salutare i parenti, ci si deve iscrivere all’Aire (anagrafe italiani iscritti all’estero) del proprio comune, in questo caso quello di Pesaro. Ad oggi, vi sono i nomi di 5052 persone che hanno scelto di andare a vivere all’estero. Oltre il 30 per cento hanno più di cinquant’anni ed è presumibile che circa 1500 pesaresi in pensione siano emigrati in quei Paesi con le tasse tra il 6 e il 10 per cento e dunque dove la pensione lorda si avvicina di molto a quella netta. Sanno che l’Italia non tasserà una seconda volta la loro pensione essendoci un accordo tra Paesi per evitare la doppia imposizione.
Il profumo delle tasse in meno da pagare attira sempre più pesaresi visto che nel 2017 gli iscritti all’Aire erano 4.200, nel 2021 erano arrivati ad essere 4.883 e nel 2022 erano saliti a 5.052.
Ma il flusso è anche opposto. L’Italia, dal 2020, consente ai pensionati stranieri che intendono prendere la residenza fiscale in Italia, di pagare solo il 7 per cento di tasse sulla propria pensione. Ad una condizione però: che si trasferiscano in uno dei comuni appartenenti al territorio delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20mila abitanti. Ma nel 2022, col decreto Sostegni Ter, i pensionati stranieri in cerca di vantaggi fiscali possono prendere residenza anche nei comuni terremotati delle Marche come, per estensione, negli stessi comuni sotto i 20mila abitanti della nostra provincia, colpiti tutti da eventi sismici. Ad esempio a Urbino si potrebbe prendere casa, ma non a Pesaro, seppur più colpita dal sisma, perché quest’ultima ha oltre 90mila abitanti. Quindi l’eventuale trasformazione di Villa Marina in Pensionato di lusso per stranieri non ha l’appeal delle tasse al 7 per cento come potrebbe averlo un Comune piccolo colpito dal terremoto.
Guardando i Paesi preferiti dai pesaresi per passare sei mesi l’anno all’esterop e pagare così poche tasse, sono le Canarie (Spagna) dove sulla pensione non vengono applicate le imposte regionali, comunali e l’Irpef, quindi l’importo mensile risulta più alto di circa il 15% rispetto a quanto percepito da un residente in Italia. Poi il Portogallo ha una tassazione passata da 0% degli anni scorsi al 10 per cento di oggi. In Tunisia, c’è un regime fiscale agevolato grazie al quale si paga solo il 25% delle tasse sul 20% del reddito. Ma può essere l’occasione di ritornare anche per molti italiani che hanno maturato pensioni estere dopo esser emigrati. Se prenderanno la residenza in Comuni sotto i 20mila abitanti nel sud Italia e ora nelle Marche colpite da terremoto, pagheranno solo il 7 per cento di tasse.