Fano, 6 marzo 2024 – Se il Perugino avesse un... ombrellone al Lido o in Sassonia non si sa. Ma che gli piacesse Fano è certificato. Anche perché chiedeva ai suoi committenti, e cioè i frati di Santa Maria Nova, vitto e alloggio per sé e per un suo collaboratore. Raffaello? Sembra improbabile, ma della presunta firma del divin pittore nella predella della pala molto probabilmente si parlerà oggi, con inizio alle 17, nella sala di rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio in via Montevecchio. "Abbiamo organizzato una cosa per la città – dice una della relatrici, Anna Maria Ambrosini dell’università di Urbino –, una tavola rotonda con dibattito dove abbiamo tra gli altri chiamato anche la restauratrice di questo dipinto, uno dei capolavori assoluti del Perugino. Un Perugino che lascia un altro dipinto, l’Annunciazione, nella chiesa di Santa Maria Nova e che speriamo l’amministrazione faccia restaurare".
Se poi il Perugino, alla fine del 1400, valicasse la Contessa per scendere verso l’Adriatico, è un altro di quegli aspetti che non si conoscono, ma sicuramente a Fano questo grande maestro del Rinascimento aveva una specie di base, tanto che una famiglia cittadina, i Peruzzi, ordinò alla sua bottega un’altra tela, gemella di quella conservata alla pinacoteca del palazzo Malatestiano, che ora è conservata a Senigallia. "È un invito e un’occasione che si vuole dare alla città perché in questo momento la grande pala è ad altezza d’uomo e quindi la si può ammirare in tutta la sua bellezza", dice Anna Maria Ambrosini. Una tavola rotonda-dibattito con i massimi esperti che vedrà alternarsi non solo gli specialisti e curatori di tutte le mostra sul Perugino, ma anche i restauratori dell’opificio di Pietre Dure di Firenze che hanno riconsegnato alla città il capolavoro del Rinascimento.
Una giornata aperta a tutti, con il sindaco Massimo Seri che porterà i saluti dell’amministrazione. Quindi prenderanno la parola le curatrici della mostra, Emanuela Duffre, che dirige il centro di restauro di Firenze, e quindi Anna Maria Ambrosini Massari. Questo è poi il parterre de rois: Luigi Gallo della Galleria Nazione di Urbino, Tommaso Castaldi della Soprintendenza, Anna Maria Hilling restauratrice dell’opera e che dirà se è vero o no che da qualche parte c’è la firma di Raffaello; quindi Maruska Picchiarelli della galleria nazionale dell’Umbria, Rodolfo Battistini apprezzato storico dell’arte e concittadino, Alessandro Delpriori dell’ateneo di Camerino. Le conclusione saranno di Silvia Ginzburg, dell’ateneo Roma 3. Coordina l’assessore Cora Fattori. Al termine il pubblico potrà effettuarre una visita guidata con le curatrici.
m.g.