LUCIA GENTILI
Cronaca

Pd, la grana 5 Stelle: "Meglio un candidato super partes. No a renziani e Spacca"

L’ex senatore Coltorti: "Ricci? Io lo associo a Ceriscioli. E ho brutti ricordi"

L’ex senatore Coltorti: "Ricci? Io lo associo a Ceriscioli. E ho brutti ricordi"

L’ex senatore Coltorti: "Ricci? Io lo associo a Ceriscioli. E ho brutti ricordi"

"Il Pd dà per scontato di avere il Movimento 5 Stelle in coalizione. Ma non è scontato. Perché sa bene che, se ad esempio vota per il termovalorizzatore, noi non ci siamo. E sa bene che a noi Italia Viva è indigesta". A parlare è l’ex senatore pentastellato Mauro Coltorti, attuale responsabile del gruppo territoriale Media e Alta Vallesina (Ancona) del Movimento 5 Stelle. L’ex parlamentare premette che si tratta di una sua personale opinione: "Il gruppo si dovrà riunire e decidere", precisa. Ma intanto si toglie qualche sassolino, alla luce della candidatura ufficiale dell’ex sindaco di Pesaro e attuale europarlamentare Matteo Ricci, che corre da governatore per il centrosinistra.

"Avrei aspettato a far uscire il nome di Ricci – prosegue Coltorti –. L’uscita non è piaciuta a tanti del Movimento 5 Stelle. La candidatura è stata fatta senza consultare gli altri. Il Pd va avanti per la sua strada, per carità è una sua prerogativa fare determinate scelte. Ma bisogna partire da un presupposto: il 50 per cento delle persone non va più a votare, è stanco dei soliti politici che promettono e non mantengono, sfiduciato perché vede che le cose non cambiano. La stessa premier Giorgia Meloni ha promesso tante cose che non ha mantenuto. Allora, come riportiamo i cittadini a votare? Secondo me con una figura super partes, di chiara fama e competente. Se è già stato messo in campo l’uomo forte del Pd, sostenuto da tutto il partito, nessun altro esce fuori col rischio di essere impallinato il giorno dopo. Il nome Ricci può essere associato a quello dell’ex governatore Luca Ceriscioli, che ha massacrato la sanità marchigiana. Ricci fondamentalmente è renziano; ha sostenuto l’ex presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, a sua volta renziano. Guarda caso il tentativo di riappacificazione tra Italia Viva e Pd è avvenuto a Pesaro. Il Partito democratico è pieno di renziani e il governo Conte 2 è caduto per questo; hanno silurato anche loro stessi, come si fa a fidarsi di chi si comporta così?".

Coltorti riflette poi su alcune affermazioni dell’aspirante governatore Ricci. "Ha detto che farà il campo largo – prosegue –, ma non può imbarcare tutti, in particolare in uno scenario dove l’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca (che pure ha le sue colpe sul fronte sanità) è pronto a scendere in campo con il miglior offerente. Non siamo al mercato delle vacche". Coltorti aggiunge che Partito democratico e Movimento 5 Stelle erano rimasti d’accordo di confrontarsi sui temi comuni. Ma questo non è ancora avvenuto. Precisa poi che le dimissioni dall’incarico da europarlamentare di Ricci non rappresentano la conditio sine qua non per appoggiarlo. "Facendolo ovviamente dimostrerebbe una maggiore serietà, la scelta è a discrezione del Pd – precisa l’ex senatore –. Le nostre perplessità però riguardano la mancata condivisione e le motivazioni spiegate poc’anzi".

Coltorti ricorda infine due precedenti "di cui il Partito democratico sembra essersi dimenticato": "In Liguria i dem avevano presentato l’ex ministro Andrea Orlando. Ma, malgrado i disastri combinati dalla giunta guidata da Giovanni Toti, i liguri non l’hanno votato, hanno preferito continuare con la destra. L’altro esempio, a mio parere virtuoso, è quello umbro, dove si è trovato un candidato super partes: i cittadini hanno sostenuto questa svolta con Stefania Proietti. E non si può dire che Ricci sia più in vista di Orlando! Questo – conclude Coltorti – per dire semplicemente che le persone non si fidano di chi ha governato per decenni una regione non migliorando nulla".