Parravicini e la truppa dei talenti sommersi

Il ritorno di Pesaro nel campionato di basket dopo vent'anni porta alla luce talenti emergenti che sorprendono e si fanno valere, dimostrando che spesso sono gli sconosciuti a fare la differenza in campo. La squadra si concentra su giovani promesse italiane, come Matteo Parravicini, dimostrando che l'attenzione agli italiani del piano di sotto può portare a grandi risultati.

Parravicini e la truppa dei talenti sommersi

Matteo Parravicini, classe 2001,. top scorer per l’Unieuro Forlì con 18 punti

La verità è che non conosciamo questo campionato, semplicemente perché per quasi vent’anni non ci abbiamo messo più piede. E non abbiamo ancora capito che a sorprendere, e quindi far più male, sono spesso quelli che consideriamo degli sconosciuti e invece sono semplicemente i talenti emergenti che non abbiamo visto crescere e consideriamo quindi giocatori che si possono liquidare con la classica frase "ma come si fa a farsi segnare 20 punti da...?". Era già successo nel brutto debutto casalingo con Vigevano guardando all’opera Gabriele Stefanini (bolognese classe ’99, cresciuto nelle giovanili di Reggio Emilia e poi al college) segnare 24 punti; è accaduto di nuovo a Rieti, sabato scorso, dove Giorgio Piunti e Alex Cicchetti che probabilmente nessuno aveva mai sentito nominare prima, hanno fatto legna sotto i tabelloni molto più dell’americano Skylar Spencer. Mercoledì al Palafiera abbiamo fatto conoscenza con l’irruenza di Matteo Parravicini, play classe 2001, che l’anno scorso aveva fatto molto bene a Nardò: "E’ stato il primo giocatore con cui abbiamo raggiunto un accordo in questa sessione di mercato - dice di lui coach Antimo Martino -. Si sono incrociate la nostra esigenza di individuare, come già fatto nelle stagioni precedenti, un giocatore di valore ma con ancora margini di crescita e l’entusiasmo e la determinazione con cui Matteo ha valutato la nostra proposta". E’ stato lui nell’infrasettimanale in Romagna, molto più di Tavernelli che comunque viene da una lunga esperienza a Tortona, a spaccare in due la partita: un ragazzo che ha tiro, velocità, atletismo. Perché Forlì lo ha notato e gli altri no? Anche su questo si basano spesso le fortune di un club. Lo scouting della serie A esige di conoscere anche gli stranieri che giocano in Islanda, ignorando però le caratteristiche degli italiani del piano di sotto. Le impareremo strada facendo.

e.f.