CLAUDIO SALVI
Cronaca

Pannofino, il doppiatore delle star: "Vi racconto il ’mio’ Forrest Gump"

L’ospite alla Mostra del Cinema di Pesaro: "La difficoltà era interpretare questo ragazzo con l’accento dell’Alabama"

Pannofino, il doppiatore delle star: "Vi racconto il ’mio’ Forrest Gump"

Pannofino, il doppiatore delle star: "Vi racconto il ’mio’ Forrest Gump"

Denzel Washington, George Cloneey, Kurt Russel, Banderas, Rourke. Sono solo alcuni degli attori che ha doppiato. La lista potrebbe continuare ancora a lungo. Una sola volta (e che volta), ha prestato la sua voce a Tom Hanks nel film che la Mostra del nuovo cinema ha proiettato ieri sera: "Forrest Gump". Francesco Pannofino, attore di teatro, cinema e televisione ma soprattutto doppiatore. Fior fiore di voce e campione di recitazione anche se lui ama spaziare dalle sale di doppiaggio alla radio; dal teatro al cinema.

"Così non mi annoio – dice alla stampa prima dell’abbraccio di piazza del Popolo – cerco di farlo con disinvoltura e questo mio modo di saltare da una situazione all’altra mi permette anche di esorcizzare quello che chi fa questo mestiere teme più di tutto: rimanere disoccupato".

Ci racconti di Forrest Gump e di quello storico doppiaggio.

"Avevo 35 anni, facevo l’attore ma avevo già fatto doppiaggio in sala e mi fu proposto nientemeno che Forrest Gump. La difficoltà ascoltando l’originale, era quella di interpretare questo ragazzo con un accento marcato dell’Alabama, talmente forte che aveva un suono particolare. Ebbene cercai di imitarlo nella nostra lingua, tentando di colorire certi accenti. Fu così che fu scelto il mio provino".

Cos’è per lei il doppiaggio? "Un lavoro difficilissimo, misto di istinto e talento. Un mestiere di servizio perché presti la tua voce. E’ una professione che ha bisogno di studio, applicazione, esperienza. Non ci si improvvisa doppiatori e non c’è intelligenza artificiale che possa restituire l’umanità, la verità, i colori di un doppiatore in carne ed ossa".

Maestri nel suo lavoro?

"In tanti anni ho avuto la fortuna di avere accanto dei grandi maestri, come ad esempio Pino Locchi (la voce di Sean Connery ndr). Io mi mettevo a fianco a lui, vedevo che faceva, la tecnica che usava e ‘registravo’ nella mia mente".

Denzel Washington, George Clooney; Pannofino cosa mette di suo nel doppiarli?

"Io cerco sempre di adeguare la mia interpretazione all’attore; lo studio a fondo, cerco di collocarlo rispetto alle sue caratteristiche. Denzel, ad esempio, è un attore che comunica tantissimo con gli occhi e io cerco di trasmettere questa caratteristica. Insomma cerco "di rubare" da ognuno di loro: per me questo lavoro è un continuo arricchimento".