Aveva chiamato il centro massaggi pensando che avrebbe ottenuto del sesso a pagamento. L’operatrice, però, gli disse che al massimo gli avrebbe sciolto i muscoli. Lui non l’ha presa bene, anche perché aveva già pagato 100 euro. E lei non gli ha restituito i soldi. Ne è nata una lite furibonda e lei, insieme alla titolare del centro, l’ha denunciato per violenza sessuale e lesioni. Ieri il tribunale collegiale di Pesaro però lo ha assolto da entrambe le accuse. L’uomo era presente in udienza. Le due donne, entrambe cinesi, non si sono mai costituite parte civile. L’imputato è un 29enne difeso dall’avvocato Maria Lucia Pizza: l’uomo, due anni fa, che due anni fa aveva telefonato in un centro massaggi gestito da cittadini cinesi in via Mameli. Quello che pensava di prenotare era un incontro a luci rosse: l’amara rivelazione da parte dell’uomo è avvenuta solo quando la massaggiatrice cinese gli ha fatto presente che si erano capiti male. Dopo la scoperta del malinteso, però, la massaggiatrice si è rifiutata di restituire il compenso e allora, secondo l’accusa, il clima si sarebbe fatto incandescente: o la prestazione sessuale o la restituzione dei soldi.
L’operatrice del centro è andata a chiamare la titolare per darle man forte e, secondo la ricostruzione dell’accusa, ne sarebbe nata una collutazione a cui ha partecipato anche il compagno della titolare. Il 29enne è stato messo in fuga dai tre che, successivamente, hanno chiamato i carabinieri. All’arrivo dei militari la massaggiatrice ha denunciato l’uomo per violenza sessuale e lesioni. Lei aveva mostrato segni e ferite dicendo che il cliente le avrebbe provocate per ottenere con la forza la prestazione. Lui aveva respinto al mittente l’accusa raccontando la propria versione dei fatti il giorno successivo quando venne identificato e interrogato. Raccontò di essere stato lui vittima di violenza, di essere stato picchiato e di aver ricevuto anche un morso. "Esprimo soddisfazione per la decisione del tribunale – commenta l’avvocato Pizza –. Il mio cliente è ora molto sollevato per essere riuscito a dimostrare la sua innocenza rispetto ad un reato particolarmente odioso"