di Benedetta Iacomucci
Shopping in Emodinamica. E l’ospedale diventa ad alto tasso di tecnologia. L’acquisto di due nuovi angiografi è stata l’occasione, ieri, per fare il punto sulla dotazione dell’Azienda sanitaria di Pesaro e Urbino (sono state acquistate attrezzature per oltre 10 milioni di euro nell’ultimo anno) e per presentare i risultati dell’attività anche alla luce dei riconoscimenti ricevuti da Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionale, che riserva all’Ast ottimi piazzamenti.
Per questo, insieme all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e il presidente della Commissione regionale Sanità, Nicola Baiocchi, il direttore generale Alberto Carelli ha voluto accanto a sé Lucia Marinucci, responsabile dell’Emodinamica e Giampaolo Montesi, nuovo direttore della Radioterapia Oncologica, che ha ringraziato l’équipe a cominciare dal dottor Claudio Blasi che ha traghettato il reparto dal pensionamento di Feisal Bunkheila alla sua nomina.
"Con i nuovi angiografi, acquistati con 917mila euro di fondi Pnrr e regionali (più 150mila per i lavori di adeguamento dei locali a carico dell’Ast) andiamo a migliorare la qualità e i tempi di intervento – ha detto Carelli –: il tutto, all’interno di un ammodernamento tecnologico importante per favorire tempestività ed efficacia nei percorsi di cura e mettere a disposizione di professionisti e pazienti le migliori tecnologie".
Rientrano in questa strategia, ad esempio, l’acquisto della nuova Risonanza a Fano, dell’acceleratore lineare a Pesaro, di tre ecotomografi, una Tac, 4 mammografi, 2 angiografi. Tutti già operativi e funzionanti, ai quali si aggiungerà presto una nuova Risonanza a Pesaro, che porterà l’investimento complessivo a 10,5 milioni di euro.
Ma i desiderata non sono finiti: "Per l’anno prossimo – anticipa Carelli – chiederemo una nuova Pet (tomografia a emissione di positroni) da affiancare a quella ormai datata, perché ha più di 10 anni e ci ha dato qualche problema, ma che ci consentirà di aumentare notevolmente i volumi di attività" ha auspicato il Dg, con il plauso, dalla platea, della dottoressa Monica Bono direttore del Dipartimento di Neuroscienze.
"Da quando mi sono insediato – ha detto Carelli – mi sono stati dati due obiettivi. Tornare ai volumi di produzione di prestazioni precedenti al Covid e ridurre la mobilità passiva. I dati ci dicono che nei primi 7 mesi abbiamo registrato 24.575 prestazioni in più (diagnostica, riabilitazione, prime visite...), con un aumento del 3,1% rispetto al 2019. Siamo i primi in Italia – lo dice Agenas – per indice di mortalità evitabile rispetto a 1400 aziende, e occupiamo ottime posizioni per gli interventi a domicilio delle guardie mediche e per i pagamenti ai fornitori, cosa che ci rende un partner affidabile con cui contrarre".
Tornando agli angiografi, la dottoressa Marinucci ha elencato i benefici della nuova attrezzatura: "Siamo la terza unità operativa in Italia per tempestività di accesso all’angioplastica coronarica: interveniamo entro 90 minuti dall’arrivo in Pronto soccorso di pazienti affetti da infarto miocardico acuto (Stemi). E le statistiche ci dicono che se il paziente viene trattato entro questo minutaggio, può essere evitata una morte ogni 12 pazienti trattati".
Una lotta contro il tempo che medici e infermieri riescono a vincere con protocolli innovativi (ad esempio l’attivazione del day hospital) e con volumi di attività di tutto rispetto: 160 angioplastiche l’anno, e prestazioni erogate entro i 30 giorni prescritti, nel 99% dei casi. "Risparmiando 18mila giorni di ricovero – sottolinea Marinucci – e liberando tanti posti letto per altri pazienti".
Ma la sfida per mettere "al centro il paziente" è anche quella espressa dal nuovo primario Montesi: "Dobbiamo riportare la Radioterapia al centro dell’oncologia – ha detto –, personalizzando le cure e utilizzando tecnologie elevatissime come quelle di cui disponiamo e che ci permettono di trattare circa mille pazienti l’anno. Numeri importanti, che insieme alle alte professionalità presenti (in platea anche la direttrice dell’Oncologia Maria Rita Chiari, ndr) devono farci investire anche nella ricerca".
La chiusura a Saltamartini: "La prima causa di morte in Italia è legata a patologie del sistema cardiocircolatorio. Questo investimento in strumentazioni diagnostiche è dunque importante e ci pone come prima regione, dopo la provincia autonoma di Bolzano, per modernità delle tecnologie. Ci sono dati oggettivi che fanno di noi un’eccellenza. Ora dobbiamo implementare gli organici e grazie agli investimenti sulle borse di studio, tra il 2026 e ’27 dovremmo avere i medici che servono".