Ore 11: storie di ordinario smercio al parco

Nel parco Miralfiore, tra attività quotidiane e campi estivi, si svolge lo spaccio di droga, ormai ignorato dalla gente. Gli extracomunitari lottano per spazi nascosti, sfuggendo alla polizia. La situazione preoccupa i frequentatori del parco, che vedono il problema persistere nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine.

Ore 11: storie di ordinario smercio al parco

Ore 11: storie di ordinario smercio al parco

Sono quasi le undici e il parco Miralfiore è in piena attività. Ci sono le auto con i diversamente abili che entrano e si portano in prossimità del bar. Ci sono gli anziani che camminano, i ciclisti che transitano nella pista che taglia i prati e c’è anche un bel gruppo di ragazzini impegnati nelle attività dei campi estivi. E’ qui, vicino a loro, di fianco all’ingresso laterale del parco che porta in via Cimarosa, che accade lo spaccio quotidiano. Qualcosa che è diventato per tutti una abitudine, tanto che, come dice Beatrice D. ("non scriva il mio cognome, mi raccomando, non voglio infastidire quella gente"), 44 anni, che accompagna una signora in carrozzella, "nessuno ci fa ormai più caso, loro spacciano o acquistano droga e lo fanno nel bosco dove ormai nessuno va più. Ma non danno fastidio, basta ignorarli".

E mentre la signora parla, una ragazza in tuta si avvicina all’ingresso del sentiero del parco dove gli extracomunitari stanno combattendo una battaglia invisibile: conquistarsi lo spazio adeguato per spacciare senza essere visti, arretrando ogni volta il metro sufficiente per sfuggire ad occhi indiscreti, anche a quelli della Polizia, nonostante il diradamento della vegetazione. Un’opera, questa, voluta dalla Questura e dalla precedente amministrazione comunale, proprio per scoprire e scoraggiare lo spaccio.

Dunque la ragazza entra nel bosco fingendo di fare esercizi fisici, poi si porta nel fitto della vegetazione dove incontra gli extracomunitari, mentre il suo amico le copre le spalle lungo il sentiero, con il cellulare in mano, pronto a chiamare in caso di sguardi indiscreti o visite delle forze dell’ordine. Poi la ragazza esce e i due si portano nell’auto che hanno parcheggiato all’ingresso del parco. Sistemano qualcosa all’interno dell’abitacolo e si riportano di nuovo nel bosco. Stesso tratto, stessa scena. Lui che copre le spalle a lei, la quale si inoltra di nuovo nel bosco, rimanendoci qualche minuto ed uscendo questa volta assieme ad un altro ragazzo, di corsa verso l’automobile, tutti e tre.

"E’ inutile, è una battaglia persa, le forze dell’ordine hanno fatto il possibile, hanno arrestato a suo tempo gli spacciatori di colore, ma poi tutto è tornato come prima o forse peggio", dice Lorenzo B., 62 anni, libero professonista che frequenta il parco nelle ore libere, secondo il quale "fino a quando non c’è una legge che rispedisce a casa chi delinque in questo modo, il fenomeno non si schianta". Ma c’è anche chi, come Lorella S., 26 anni, volontaria in un gruppo di lavoro al parco, concorda con il sindaco Biancani: "Vanno integrati, si dia loro la possibilità di lavorare tagliando l’erba dei giardini pubblici o pulendo aree dismesse o lo stesso parco. Sarebbe bello, ma con quali soldi?". Resta più fiorente che mai il supermercato della droga Miralfiore, in cui arrivano clienti anche da altre città e di ogni estrazione, ad alimentare un traffico che ricorda, con tratti allucinanti, quello degli anni 70’ e 80’.

Davide Eusebi