Si chiama "TavulliaVale", è una formula magica che sta a significare l’eterno amore che lega ormai da sempre e legherà per sempre Valentino Rossi e la sua patria natia Tavullia, amore che comunque sarà riconfermato il 19 maggio con la consegna delle chiavi della città al figlio più grande di quella terra. "Dopo 25 anni vissuti orgogliosamente – dice il sindaco Francesca Paolucci – crediamo sia tempo di rendere pieno omaggio con tutto il cuore a Valentino Rossi che per nostra fortuna è nato qui caricandoci di onori e di oneri e segnando personalmente anche la mia attività di amministratore: sono arrivata all’inizio della sua carriera e ci sono adesso che lui ha intrapreso un’altra strada con l’assoluto impegno che lo ha sempre contraddistinto nella sua attività". La scelta del 19 maggio per questo "TavulliaVale" che rispolvera e tifosi e riaccende sapori antichi e adunate oceaniche di appassionati non ha altro motivo se non quello di essere una data obbligata: è l’unico weekend in cui Valentino e tutti i piloti dell’Academy che partecipano al Motomondiale saranno liberi da impegni professionali e potranno dunque salire tutti al tempio per la cerimonia di consacrazione. La piazza del Cassero e via Roma, punti focali dell’epopea di "Vale", torneranno ai fasti del passato, con Valentino che dovrebbe raccontare la sua "doppia" vita di tavulliese e di campione assoluto, sollecitato e commentato dalla coppia storica e ormai indissolubile Guido Meda e Mauro Sanchini e la benedizione di Sky, con a fianco la grande nidiata di ragazzi ora cresciuti e in lotta sulle piste del mondo.
L’evento avrà naturalmente tutto un contorno ancora in fase di organizzazione e di definizione, compreso il materiale col quale saranno fatte le chiavi, ma già si prefigura come un "appuntamento" da non perdere assolutamente. La consegna a Valentino Rossi delle chiavi della sua città è insieme un ulteriore atto d’affetto e di omaggio nei suoi confronti, ma sa anche un po’ di paradosso: perché dare le chiavi d’ingresso a uno che non ha mai trovato una porta chiusa davanti a sé e quelle che ha dovuto aprire le ha sempre scardinate col sorriso sulle labbra? Sembra che da ragazzo, quando gli capitava di dimenticare le chiavi, se ne fregasse altamente, "tanto, diceva, entro lo stesso". Sarà sempre così.
f. b.