ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Omicidio Panzieri, il processo. Alessandrini legge la Bibbia: "E ora basta, torno in carcere"

L’imputato è intervenuto alla prima udienza con un passo del libro del Qoelet: "Un tempo per uccidere e un tempo per guarire". Poi ha chiesto di andare via: "Troppa gente".

Omicidio Panzieri, il processo. Alessandrini legge la Bibbia: "E ora basta, torno in carcere"

Omicidio Panzieri, il processo. Alessandrini legge la Bibbia: "E ora basta, torno in carcere"

"Un tempo per uccidere e un tempo per guarire". La breve apparizione di Micheal Alessandrini, 30 anni, alla prima udienza del processo in corte d’assise che lo vede imputato per omicidio premeditato, con l’aggravante della crudeltà e dei futili motivi, dell’amico Pierpaolo Panzieri, è iniziata con un colpo di teatro. "Posso dire una cosa signor giudice? Si ricordi, dopo, di farmi parlare". E’ stata la richiesta avanzata alla presidente del tribunale Lorena Mussoni, da parte del reo confesso dell’uccisione del 27enne pesarese, nella sua casa di via Gavelli, il 20 febbraio 2022. E quello che Alessandrini voleva dire in aula, di fronte ai familiari e agli amici del ragazzo ucciso che, numerosi, hanno preso parte ieri all’udienza, era contenuto in un passo della Bibbia tratto dal libro del Qoelet. L’udienza è iniziata poco dopo le 9 e Alessandrini, visibilmente ingrassato, in completo nero, camicia rossa sbottonata a mostrare un vistoso tatuaggio sul petto, e Bibbia stretta in mano come se fosse un codice penale, è entrato in aula scortato dagli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Villa Fastiggi. Dopo aver letto il passo biblico, Micheal Alessandrini, 30 anni, ha lasciato l’aula. "Io non ce la faccio più devo andare via. Qui c’è troppa gente – ha detto prima di rientrare in carcere – e io non sono più abituato. Non capisco perché sono qui, il processo è già stato fatto, sono stato incriminato e ho ammesso le mie colpe".

Ieri gli amici di Pierpaolo Panzieri hanno atteso l’arrivo del reo confesso mostrando davanti all’ingresso del tribunale alcune foto dell’amico ucciso. C’erano anche la madre, il fratello, il padre, e la nonna di Pierpaolo, che si sono costituiti parte civile (rappresentati dagli avvocati Fabio Anselmo e Filippo Biancofiore) e c’erano anche i genitori di Micheal Alessandrini che hanno lasciato l’aula anche loro dopo l’uscita di scena del figlio. La difesa, durante la lunga udienza che si è protratta per oltre sette ore, rappresentata dagli avvocati Salvatore Asole e Carlo Taormina, ha sollevato le proprie eccezioni durante la prima fase dell’udienza.

I difensori hanno contestato le aggravanti di crudeltà e premeditazione che, nel momento in cui è stata disposta l’estradizione dalla Romania (in cui Alessandrini venne arrestato alcuni giorni dopo l’omicidio) all’Italia, non erano state contestate e che, qualora venissero riconosciute, potrebbero portare un’eventuale sentenza di condanna all’ergastolo. I difensori hanno anche chiesto l’accertamento della capacità processuale. Hanno eccepito la necessità di una perizia per approfondire lo stato attuale sulla capacità di partecipare al processo. Accusa e parti civili hanno chiesto il rigetto di questa seconda eccezione contestando che il comportamento di Alessandrini sia in realtà cosciente e consapevole nella propria partecipazione al processo e che, anzi, sia strategicamente orientato al perseguimento di esigenze processuali. Entrambe le eccezioni sollevate dalla difesa sono state respinte dalla corte. I giudici, in merito alla prima, hanno risposto che la successiva contestazione delle aggravanti non modifica il nucleo del fatto e, per quanto riguarda la seconda eccezione, hanno ribattuto che il collegio peritale ha già accertato la capacità di stare in giudizio e non ha ravvisato un peggioramento delle condizioni psichiche. La prossima udienza sarà l’11 ottobre.