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Pesaro, omicidio Malipiero: la Cassazione conferma l'ergastolo per Safri

Il 38enne di origini marocchine, accusato della morte della 52enne commessa pesarese, è stato condannato al carcere a vita anche dalla Suprema corte

Omicidio a Pesaro, nei riquadri Sabrina Malipiero e Zakaria Safri

Pesaro, 18 giugno 2021 - La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Zakaria Safri, il 38enne di origini marocchine accusato dell’omicidio della 52enne commessa pesarese Sabrina Malipiero, uccisa nella sua casa in via Pantano con 11 coltellate il 13 luglio 2018. I giudici supremi hanno rigettato il ricorso presentato dai difensori di Safri, gli avvocati Gianluca Sanchini e Francesca Biagioli, e ribadito il massimo della pena così come avevano già fatto i magistrati di primo e secondo grado. Omicidio aggravato dai futili motivi in continuazione con la rapina, l’accusa. L’aggravante della crudeltà era caduta già dal primo grado.

Zak Safri, l’Appello conferma l’ergastolo

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Sabrina Malipiero era stata ritrovata senza vita nella sua casa di via Pantano il 14 luglio 2018, ovvero il giorno dopo l’omicidio. Le indagini si erano concentrate subito su Safri, che frequentava spesso la casa della vittima. I due consumavano cocaina insieme. E anche l’ultimo giorno di vita di Sabrina, il 39enne sarebbe passato da lei e avrebbero sniffato la droga.

Poi, avrebbero litigato, e il 38enne, in preda alla rabbia, avrebbe afferrato un coltello da cucina e con quello si sarebbe scagliato sulla Malipiero infierendo sul suo corpo con undici fendenti. Poi Safri si era dato alla fuga portando via alcuni monili e gioielli della 52enne, mettendoli in un borsone. Una volta a casa aveva messo la borsa in cima all’armadio e lavato le scarpe sporche di sangue. La sua fuga era stata però immortalata dalle telecamere di un negozio vicino all’appartamento della Malipiero. Una fuga breve che lo ha portato nel giro di poco dentro una cella dove è ancora rinchiuso. E dove trascorrerà ancora tanti anni della sua vita.