Pesaro, 10 agosto 20224 – “Ho difeso mia moglie, mio figlio e me stesso. Idrizi ha colpito prima mia moglie e poi me con un martello. Cos’altro avrei potuto fare?”. Si è svolta questa mattina la convalida del fermo per omicidio volontario nei confronti di Artur Cerria, 37 anni albanese, fermato per aver accoltellato il 37enne albanese, Dritan Idrizi, pregiudicato per spaccio, mercoledì sera davanti all’abitazione del reo confesso a Tavullia.
Idrizi è stato ucciso con una coltellata al cuore per un regolamento di conti e questa mattina si è svolta anche l’autopsia effettuata dalla dottoressa Loredana Buscemi. Davanti al gip Gasperini c’è stata anche la convalida del fermo per Cuedari Gili, 28 anni, cameriere e Admir Shoshari, meccanico di 54 anni di San Giovanni in Marignano (in passato aveva gestito una carrozzeria a Cattabrighe), anche lui con precedenti per spaccio e anche lui, come la vittima, con svariati altri alias, accusati entrambi di lesioni gravi aggravate con concorso e con l’utilizzo di armi.
“Gli altri due stavano arrivando con le spranghe – ha continuato Cerria, difeso dagli avvocati Marco Defendini e Matteo Mattioli –. Mi sono difeso altrimenti saremmo morti noi. Sono stato aggredito anche dagli altri due. Tutti e tre sono fuggiti credendomi morto a terra. Ho sentito gridare ‘ammazzateli tutti’, mi sono difeso evitando di essere ucciso e ho difeso la mia famiglia”.