"Obi": scatta la protesta. Stop contratto integrativo. Lavoratori in agitazione

Coinvolti 50 dipendenti della catena di distribuzione, settore bricolage. I sindacati: "L’azienda rifiuta tutte le nostre proposte, pronti alla mobilitazione".

"Obi": scatta la protesta. Stop contratto integrativo. Lavoratori in agitazione

"Obi": scatta la protesta. Stop contratto integrativo. Lavoratori in agitazione

Sono in stato di agitazione i lavoratori dell’Obi, la grande catena di distribuzione nel settore del bricolage, dopo la rottura delle trattative tra sindacati ed azienda in merito al rinnovo del contratto integrativo. La mobilitazione, che coinvolge anche una cinquantina di dipendenti del punto vendita pesarese, è indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e prevede il blocco degli straordinari e del lavoro festivo e domenicale, oltre il limite normativo delle 25 domeniche annuali. Un primo passo, come spiegano i sindacati, per cui però se non dovessero cambiare le cose, non si escludono nuove azioni di mobilitazione. "Il 30 marzo avevamo organizzato uno sciopero per il mancato rinnovo del contratto nazionale – dice Fabrizio Bontà, segretario della Uiltucs di Pesaro e Urbino – ed ora che invece è stato firmato, ci troviamo di fronte ad una nuova mobilitazione dei lavoratori Obi, perché questa volta l’azienda ha rotto il tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo. Sono 14 mesi che andiamo avanti per accordi ponte ed ora che abbiamo presentato quella che è una piattaforma condivisa dai tre sindacati, hanno rigettato praticamente tutte le nostre proposte". Queste le richieste avanzate dalle tre sigle sindacali: "Abbiamo richiesto di garantire ad ogni lavoratore almeno quattro week-end liberi all’anno – dice Bontà – di spartire tra tutti i dipendenti il lavoro domenicale, con due domeniche su quattro per tutti al mese. Tra le richieste, anche l’aumento della maggiorazione salariale del lavoro festivo, che oggi è solo del 15%. Tutte le nostre proposte sono state rigettate – conclude Bontà – ed anzi qualche giorno dopo la rottura delle trattative, l’azienda ha fatto uscire unilateralmente un nuovo regolamento aziendale. Per questo nei giorni scorsi ho anche partecipato ad un flashmob che si è tenuto a Roma in occasione di un convegno organizzato da Obi ed ho voluto portare la voce dei lavoratori pesaresi".

D’accordo anche Caterina Campolucci della Filcams Cgil di Pesaro e Urbino: "Ricordiamo che nel periodo del Covid questi lavoratori hanno sempre prestato servizio ed anche i fatturati aziendali hanno avuto buoni risultati – dice –. Al tavolo della contrattazione abbiamo portato le necessità raccolte nei singoli punti vendita del territorio, anche al grande lavoro fatto dalle Rsa ed ora l’azienda ha abbandonato il tavolo di concertazione. E’ inaccettabile e non escludiamo in futuro ulteriori azioni sindacali".

Parla di "fiducia minata", Domenico Montillo, segretario della Fisascat Cisl di Pesaro e Urbino: "La proclamazione dello stato d’agitazione arriva in seguito all’interruzione delle trattative che stavano andando avanti da tanti mesi. Questi lavoratori sono enormemente soggetti a rotazione, flessibilità, ci sono tanti part-time ed anche gli stipendi ovviamente ne risentono. Queste persone hanno bisogno di risposte".

Alice Muri