
"Non compatiteci, dateci delle opportunità"
Lottare per tornare a sentirsi una risorsa della società, ma anche per chi non ha la forza di intraprendere la battaglia. L’incontro di ieri pomeriggio alla biblioteca San Giovanni ("Flow – Immaginarsi e ricostruirsi dopo la pedita") condotto da Tomas Nobili ci ha fatto scoprire due giganti che potrebbero davvero guardare l’umanità dall’alto in basso, anche se oggi sono seduti su una sedia a rotelle. Alessandro Moneti e Marina Romoli sono rimasti vittima di incidenti stradali, entrambi investiti da un’auto, ma non si sono arresi: lui giocava a basket, lei correva in bici, ed aveva davanti un futuro luminoso, vice campionessa mondiale in linea tra le juniores nel 2006. La disciplina imparata nello sport ha dato loro la costanza per inseguire ancora i propri sogni: lei ha fondato una onlus per finanziare la ricerca sulle lesioni spinali, poi si è laureata in psicologia e ora vorrebbe lavorare come psicologa in un centro riabilitativo; lui ha aperto un’azienda agricola con la famiglia "Dal Nonno Giorgio" e lanciato una raccolta fondi per comprare un trattore adattato alla sua disabilità che gli consentirebbe di lavorare sul campo, in tutti i sensi.
"All’inizio mi vergognavo della mia condizione e mi piegavo sotto lo sguardo delle persone, oggi non più – dice Alessandro, 26 anni –. La nostra società è indietro, ma s’impara a reagire e vorrei che oggi guardando me altri dicessero: si può fare, anziché sentirsi uno scarto. Oggi io faccio questa fatica, anche della lunga riabilitazione che mi ha già fatto recuperare molta più autonomia, e magari semplificherò la vita a qualcun altro".
Una mentalità straordinaria, condivisa nel racconto con Marina Romoli, arrivata da Porto Potenza Picena grazie all’invito del Centro Servizi Volontariato Marche e alla Fondazione Wanda Di Ferdinando che stanno coordinando la raccolta fondi per il trattore di Alessandro.
"Lo sport è arrivato al top con le Paralimpiadi, dobbiamo seguire quel percorso per raggiungere gli stessi risultati nel lavoro, nell’arte, nello spettacolo – dice Marina –. Non compatiteci, ma dateci delle opportunità perché i diversamente abili possono trovare il loro riscatto anche in altri campi che non siano quello sportivo".
All’incontro era presente anche l’assessore alla solidarietà Luca Pandofi che lancia l’allarme: "In Italia s’investe nel sociale solo lo 0,7% del Pil, mentre in altri paesi siamo al 2,3%. Sta uscendo un bando sui cargiver, i familiari dei disabili, che coprirà solo un quarto delle domande, quindi servono altre risposte a queste esigenze". C’era un altro assessore tra il pubblico, ma per motivi diversi, Enzo Belloni era infatti l’allenatore di Alessandro quando giocava a basket: "Mi fa piacere che si sia mossa la città, la voglia di reagire è importante e la famiglia Moneti ci sta mettendo la faccia, non tutti hanno questo coraggio" dice. Mentre la presidente della fondazione Wanda Di Ferdinando sottolinea: "Il nostro ruolo garantirà la trasparenza nelle donazioni e anche un affiancamento ad Alessandro per continuare a raccontare la sua storia". La raccolta è avviata su Gofoundme ’Un trattore adattato per Alessandro’.
Elisabetta Ferri