Il comitato pro ospedale di Sassocorvaro chiede il potenziamento dei medici di base che sarebbero mancanti nel terriotrio. L’occasione di questa riflessione è stata la serata organizzata dal presidente regionale dei comitati pro ospedale Carlo Ruggeri e da Beatrice Marinelli.
"Abbiamo visto un documentario sulla sanità pubblica locale e le sue carenze che ha messo a nudo la realtà che le popolazioni delle varie aree marchigiane sono costrette a subire - scrivono nella nota i componenti del comitato di Sassocorvaro, presieduto da Tiziano Cigni - . In particolare noi, come comitato abbiamo ricordato come la sanità pubblica ospedaliera del Montefeltro, attraverso il Lanciarini, era considerata dai cittadini un punto di riferimento ben preciso. Tutte le varie riforme sanitarie susseguitesi negli ultimi decenni hanno fatto sparire quel riferimento e i cittadini si trovano sempre più abbandonati a se stessi. Venti anni fa, a maggio 2003, fu deliberata la chiusura di medicina e chirurgia del Lanciarini per far posto alla sanità privata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Si è passati da una ottima assistenza ospedaliera pubblica ad una non assistenza. Durante il periodo pandemico tutti hanno potuto constatare quanto la chiusura del Lanciarini sia stata deleteria".
Il gruppo di cittadini del sassocorvarese fa presente un altro problema, ovvero la mancanza del medico di medicina generale.
Una situazione che accomuna diverse realtà, non solo locali ma anche nazionali, a cui bisogna trovare una soluzione.
"Ultimamente, addirittura, oltre a mancare l’ospedale di riferimento, si è aggiunto anche il problema della mancanza del medico di base: anche questo frutto degli intelligenti programmatori sanitari che hanno introdotto il numero chiuso a medicina. La gente è costretta a girovagare per avere un minimo di assistenza e prima o poi arriverà anche a stancarsi. Sono state create tante sigle per ingannare i cittadini ma la sostanza è che si è reso pericoloso abitare nel Montefeltro e non è per niente peregrina la sollecitazione di passare in Romagna come hanno già fatto altri nove ex comuni marchigiani. Con un sindaco che s’è permesso il lusso di comunicare la scorsa estate che l’ospedale Lanciarini era stato riaperto non possiamo certo rallegrarci", concludono dal Comitato pro ospedale di Sassocorvaro.