ELISABETTA ROSSI
Cronaca

No vax Pesaro, genitori separati: in tribunale per il vaccino al figlio. E lui si contagia

Il papà è contro, la madre ingaggia una battaglia legale: "Io sono invalida al 100% e dovrò operarmi presto, avevo paura". Il giudice nomina un consulente, nell’attesa il 13enne prende il Covid

Un ragazzo si sottopone al vaccino (foto di archivio)

Un ragazzo si sottopone al vaccino (foto di archivio)

Pesaro Urbino, 21 dicembre 2021 - Mamma sì vax , papà anti vaccino, nel mezzo il figlio 13enne. E su tutti, la decisione di un giudice del Tribunale di Pesaro che non corre più veloce del virus. Risultato: il ragazzino si ammala di Covid, con febbre alta e difficoltà a respirare, e finiscono in quarantena, lui, la mamma, la sua classe e anche la squadra di basket. È l’epilogo che nasce sullo sfondo di una conflittualità di coppia, culminata nel divorzio, e che vede gli ex coniugi, due 50enni pesaresi, libero professionista lui, dipendente lei, divisi anche sulla vaccinazione del figlio. Visioni così opposte e inconciliabili al punto da decidere di rivolgersi al Tribunale civile.

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"I primi di novembre depositiamo un certificato del Meyer di Firenze, il miglior centro pediatrico di Italia – racconta Beatrice (nome di fantasia), la mamma – Mio figlio è un soggetto allergico e così lo sottopongo a un test di tolleranza al Pfizer. Il test dice chiaramente che può fare il vaccino, che non ci sono controindicazioni. E mettiamo quel certificato sul tavolo del magistrato". Ma al giudice Manuela Mari non basta. "Dispone che mio figlio venga sentito da una psicologa – continua – e nomina anche un consulente a cui chiede di eseguire altri test per poter dare il via libera al vaccino. Il medico incaricato prende 60 giorni di tempo. E per me è altro tempo prezioso durante il quale viviamo nell’ansia. Io sono invalida al cento per cento, l’ho detto anche davanti al giudice, sto male, devo operarmi i primi mesi del prossimo anno. Sono vaccinata, ma ho paura di ammalarmi. Ma non ho potuto fare altro che aspettare".

Un’attesa che finisce lunedì scorso, quando il medico deposita la sua consulenza. "Una consulenza – riprende Beatrice – che da l’ok alla vaccinazione". Ma il figlio non farà in tempo a ricevere la dose. "Qualche giorno dopo accusa dei sintomi, sabato gli faccio fare il tampone ed ecco che si verifica quello che temevo: è positivo al Covid. Doveva giocare, ma ovviamente salta la partita e tutto il resto. E ora sono giorni che ha la febbre a 39, mal di testa e fa fatica a respirare. Se continua così lo porto in ospedale".

Intanto sono finiti in quarantena anche lei, i compagni di scuola e la squadra di pallacanestro del figlio. "Sono davvero arrabbiatissima – si sfoga – Ma perché al giudice non è bastato il certificato del Meyer?". E riflette su dove possa aver contratto il Covid. "Facciamo di fatto solo casa e palestra. Mio figlio era uno dei pochissimi non vaccinati. Siamo andati avanti a tamponi fino a quando ho deciso di vaccinarlo ed è scoppiato il caos. Ora, dietro prescrizione del medico, lo sto curando col cortisone, poi vedremo se passare anche agli antibiotici". Nell’attesa, si prepara a percorrere nuove vie giudiziarie, difesa dal suo legale, l’avvocato Antonella Speranzini. "È davvero una vicenda che lascia l’amaro in bocca – spiega l’avvocato Speranzini – La decisione del giudice non è arrivata in tempo. Sono passati quasi due mesi ed è successo quello che si voleva evitare. Il ragazzo si è ammalato e speriamo che non peggiori. Mi riservo ogni azione legale, noi andiamo avanti e chiederemo i danni per le sofferenze che i miei assistiti si stanno trovando a patire per colpa dell’irresponsabilità di altri". Il legale dell’ex marito, l’avvocato Daniela Gattoni, contattata al telefono, ha preferito non rilasciare, per ora, alcun commento.