No al Benelli col Bramante Genga. La levata di scudi dei docenti:: "Due istituti senza nulla in comune"

Levata di scudi al Benelli contro un ipotizzato accorpamento dell’istituto professionale c...

No al Benelli col Bramante Genga. La levata di scudi dei docenti:: "Due istituti senza nulla in comune"

No al Benelli col Bramante Genga. La levata di scudi dei docenti:: "Due istituti senza nulla in comune"

Levata di scudi al Benelli contro un ipotizzato accorpamento dell’istituto professionale con il tecnico tecnologico Bramante Genga. "Caro Carlino, noi docenti dell’Istituto professionale Ipsia Benelli ci rivolgiamo ai rappresentanti di Provincia e Regione Marche per ricevere risposte concrete su questioni che riguardano noi, i nostri studenti e il futuro dell’Istituto. Abbiamo appreso dai giornali la notizia di un eventuale Polo tecnologico che prevede la fusione di Bramante-Genga e Benelli, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse umane e strumentali; creare sinergie con aziende e ambienti scolastici per la ricerca. La questione che noi docenti solleviamo non è di “forma”, ossia non riguarda la necessità di accorpare le scuole, ma di “sostanza”, cioè riguarda il criterio di scelta degli Istituti da accorpare. Il Benelli è una scuola complessa, come ha ribadito la nostra dirigente scolastica Anna Maria Marinai nell’articolo dal titolo “Accorpate l’Agrario con l’Alberghiero. Ma lasciate stare noi” pubblicato sul Carlino. Il Benelli ha un numero elevato di iscritti, ha al suo interno tanti indirizzi, diversi l’uno dall’altro, che nulla hanno in comune con quelli del vicino Istituto Tecnico Economico Tecnologico. Chiediamo dunque: perché accorpare il Benelli con il Bramante-Genga quando ci sono altre scuole superiori della provincia meno complesse della nostra, con meno studenti e con interessi e orientamento comuni? Il criterio di accorpamento è la vicinanza, la condivisione del cortile e del parcheggio, oppure è l’orientamento comune nell’ottica della creazione di una filiera, di un Polo appunto? Quali sono le risposte a tali legittime domande? Non difendiamo noi stessi, difendiamo i nostri studenti, la loro unicità, la loro complessità. Tutti i giorni ai ragazzi insegniamo il rispetto ed è proprio in nome di quel rispetto che noi docenti, oggi, attendiamo risposte".