REDAZIONE PESARO

Nino Caffè, la mostra mai nata: "Dal Comune solo bei discorsi"

L’amarezza del figlio: "Sarebbero disponibili 250 opere. Mio padre ne sarebbe orgoglioso"

Storia di una mostra mai nata quella da dedicare a Nino Caffè, il pittore che è nelle memoria collettiva della città come il signore dei pretini. Visione molto riduttiva... Graham Greene, uno dei maggiori scrittori del Novecento, dopo aver visitato lo studio di Caffè a Roma, scrisse un lungo articolo perché le sue marine gli ricordavano i luoghi della sua infanzia. E c’è una foto in bianco e nero, con una serie di quadri di Caffè e con accanto l’articolo di Greene, in un vecchio scatto fatto ai bagni Vimini. Si riconoscono, oltre al pittore, anche il figlio minore Lorenzo.

Un artista, Caffè, di livello internazionale: un suo dipinto è conservato al Moma di New York, un altro lo ha comprato Gregory Peck proprio a Roma, un altro è nella collezione di Helena Rubinstein, una delle regine mondiali delle creme di bellezza, un altro lo acquistò Eduardo De Filippo. E si potrebbe andare avanti...

Tutto questo per arrivare a una vicenda che ha del paradossale: il direttore degli Uffizi di Firenze, al figlio del pittore Lorenzo, ha nella sostanza detto alcuni mesi fa: "Non abbiamo nessun problema a mettere a disposizione il dipinto che abbiamo, ma ci deve arrivare una richiesta formale da parte del comune di Pesaro". E sono quattro anni che agli Uffizi attendono la lettera "perché il primo incontro per organizzare una mostra-retrospettiva lo abbiamo avuto quando ancora c’era il Covid – racconta il figlio –. Una esposizione per ricordare mio padre, artista conosciuto non solo a livello nazionale. Un uomo che ha vissuto in pieno tutta l’epoca del Neorealismo romano". Chi cade dalle nuvole è il sindaco Andrea Biancani, che dice: "Io di una mostra su Nino Caffè non ho mai sentito parlare e nessuno mi ha mai detto nulla. Adesso vedo di informami". Detto e fatto: un incontro è previsto a giorni.

Chi non cade dalle nuvole è invece Lorenzo Caffè, ex giornalista della sede Rai di Firenze che da quattro anni ormai sta tendando, vanamente, di organizzare questa esposizione "nella sua città, che tanto amava", dice. E continua: "Devo dire che sono sconfortato da questo comportamento e per dirla tutta anche offeso, perché sono stati fatti decine di incontri, anche con Vimini e Smarrelli, ma non si è mai arrivati a capo di nulla. Nell’ultima riunione che abbiamo avuto è stato tutto spostato ad inizio 2025 perché ricorrono i 50 anni dalla morte di mio padre. Ma ancora non c’è il luogo, non c’è il titolo della mostra, ancora di preciso non si sa nulla. S’era parlato dei Musei civici, ma solo per una parte. Non so che dire e cosa commentare".

Per organizzare questa esposizione non si sono ‘disturbati’ solo gli Uffizi di Firenze, ma anche il museo d’arte Moderna di Roma, la collezione della Fondazione Giovanni Spadolini, la collezione della Presidenza della Repubblica, oltre a collezionisti locali come Elio Giuliani e Franco Signoretti. "Potremmo mettere assieme circa 250 opere di mio padre – continua il figlio Lorenzo –, per questa mostra che vorremmo far partire dalla sua città e rendere poi itinerante. Un mio grande desiderio che avrebbe dato sicuramente una grandissima gioia anche a mio padre che arrivò a Pesaro bambino alla fine degli anni Venti seguendo il padre impiegato del Catasto. Amava talmente tanto Pesaro che quando Indro Montanelli arrivò in città per intervistarlo, mio padre gli disse: ‘Sono molto contento che il suo articolo finisca anche in grandi riviste, ma io ho un desiderio... lo potrebbe far pubblicare anche sul Carlino di Pesaro?’". Episodio questo che è stato poi riportato anche in un libro dallo stesso Montanelli. Tra i quadri di Caffè che andrebbero in esposizione anche una serie di ritratti di personaggi cittadini.

m.g.