Negozi in agonia murati dalle impalcature a Pesaro: lavori infiniti nei palazzi

In via Branca un’ottica ha chiuso, mettendo in vetrina un cartello: “Problemi con lo stabile”. In via Almerici la situazione più grave: “Sto pensando seriamente di concludere l’attività”

Le impalcature presenti in via Branca e via Almerici ormai da anni. Sotto di loro, semisepolti e nascosti, alcuni negozi

Le impalcature presenti in via Branca e via Almerici ormai da anni. Sotto di loro, semisepolti e nascosti, alcuni negozi

Pesaro, 9 ottobre 2024 – Più che Stiamo lavorando per voi” alcuni commercianti del centro storico sostengono che si stia applicando un’altra teoria: “Stiamo lavorando contro di voi”. Perché le impalcature sugli stabili vanno avanti da anni e tra via Branca e via Almerici è tutta una protesta. In un grande negozio di ottica di via Branca, ’Nau’, dalla vetrina si vedono due secchi sul pavimento, dato che, a causa delle forti piogge dei giorni scorsi, l’acqua gocciolava all’interno dei locali, per cui i titolari hanno chiuso i battenti con tanto di cartello davanti che recita: “Problemi allo stabile”. Un immobile in corso di ristrutturazione, lavori che vanno avanti da molti mesi. E le conseguenze si ripercuotono sulle attività di questa strada considerata il ‘salotto buono’ della città: perché se l’ottica ha chiuso in attesa di capire come bloccare l’acqua che scende dal soffitto, protestano anche i titolari dei negozi vicini.

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Ancora peggio va in via Almerici, dove da ormai quattro anni ci sono impalcature per lavori pare legati al 110 per cento. Un solo condomino nell’intero palazzo e sotto, al piano strada, tre negozi, alcuni anche storici, come quello di oggetti musicali di Claudia Baldelli – prima si accordavano i pianoforte –, attività legata al Conservatorio Rossini e avviata negli anni Cinquanta: “Non si è sofferto mai come in questi ultimi anni, anche perché abbiamo avuto un solo anno buono, il 2021. Di tanto in tanto sentiamo che ci sono operai che lavorano, ma solo per qualche giorno, perché poi passa il tempo e non si sente né si vede più nessuno. Non lo so come andrà a finire, ma sto pensando seriamente che potrei anche chiudere tutto e mollare, visto che non si riesce a capire quando finiremo di essere murati qui dentro. Non passa un’anima... e siamo al limite della resistenza”.

Accanto, un altro negozio legato sempre all’editoria e ai dischi, finalizzato proprio all’attività del Conservatorio. “È un disastro la situazione – dice la titolare, Gabriella Fabbrini – e non si riesce a vedere la luce. Non si capisce se lavorino, né quando. E soprattutto non si capisce quando finiranno, togliendo queste impalcature che ci stanno rovinando l’attività. Nell’intero stabile in questo momento c’è un solo inquilino che, quando piove, si ritrova con l’acqua in casa”.

Tale inquilino è Nicola Dolcini, titolare di una serie di negozi di abbigliamento, non solo in città: “Sì, è vero, ho avuto un po’ di acqua in casa ma niente di drammatico – dice –. Comunque la mia è una situazione che andrà avanti solo per qualche mese perché poi mi trasferirò in zona mare. Come sia lo stato dei lavori onestamente non lo so, per cui dovreste chiedere all’amministratrice del condominio, Maruska Bellagamba e questo è il numero...”. Numero fatto, messaggio lasciato in segreteria, ma nessuno si è fatto vivo.

Tra i negozi in sofferenza pure ’Le foglie d’oro’ di Stefania Lanari, che dice: “La situazione è pesante, anche perché negli ultimi quattro anni, durante il Natale, ho lavorato solamente nel 2021. Con queste impalcature le persone pensano che sia tutto chiuso, non passa nessuno. Chiami per sapere cosa accada e il perché dei ritardi ma nessuno risponde. Sono venuti anche i vigili del fuoco a fare un sopralluogo. Io ho dovuto chiedere al proprietario del locale uno sconto sull’affitto. È una situazione insopportabile e nessuno capisce perché le opere non vadano avanti: ancora devono fare il tetto, a distanza di anni. Si parla di problemi con il bonus del 110 per cento, ma di preciso non si sa nulla. La situazione è incomprensibile, tanto che pare sia stata chiesta in prestito la gru all’impresa che opera al conservatorio Rossini. E il Comune mi chiede – conclude Lanari – anche la tassa sull’insegna, che nemmeno si vede perché è semicoperta dalle impalcature”.

m. g.