REDAZIONE PESARO

Multe Covid per 837mila euro a Pesaro. Ma nessuno le paga

Incassi inferiori all’otto per cento del dovuto, pochi hanno fatto ricorso, la maggior parte se ne disinteressa

Un posto di blocco a mezzanotte in piazzale Matteotti

Un posto di blocco a mezzanotte in piazzale Matteotti

Pesaro, 29 novembre 2020 - Conoscete un amico che abbia pagato una multa dovuta alle norme anti-covid? Guardando i numeri, la probabilità di imbattersi in qualcuno è scarsa. Hanno pagato non più di 1 su 13, e quasi tutti lo hanno fatto durante la prima ondata di marzo mentre non si preoccupano affatto dell’incombenza in questo secondo tempo.

I numeri: sono state elevate in totale 2094 multe per un totale di 837.600 euro ma sono stati incassati solo 63.600 euro. Ha pagato uno su tredici. I periodi vanno divisi in due momenti: marzo-giugno e settembre-novembre. Nel primo tempo della pandemia, sono state denunciate 383 persone, ma poi il penale è stato trasformato in sanzione amministrativa. Hanno pagato il dovuto in 95, quelli che hanno fatto ricorso sono stati 28 mentre in 260 non hanno né pagato né si sono appellati al prefetto, come da regolamento, per chiedere l’annullamento della sanzione. Ricevuta la multa, se ne sono semplicemente disinteressati. In media, in quel primo periodo, ha pagato solo 1 su 4, quasi in linea con le multe per divieto di sosta (1 su 3).

E’ cambiato tutto invece durante questo secodo tempo del coronavirus. Le multe elevate sono state 1711. Hanno comunicato di aver pagato in 64, altri 218 hanno fatto ricorso mentre 1429 si sono totalmente disinteressati, evitando anche di chiedere l’annullamento della sanzione. Questo significa che dovrebbe mettersi in moto un’attività di recupero dei crediti da parte della Prefettura riguardante almeno 1689 persone. Cioè a tutte loro va notificato un’ingiunzione di pagamento per il recupero di quei 400 euro più sanzione e interessi.

Colpisce anche l’attesa che stanno avendo tutti i ricorsi presentati al prefetto contro la multa. Ogni ricorrente ha motivato la sua uscita durante il lockdown per esigenze impellenti di salute o di lavoro (quello permesso in quel momento) seppur non avesse un’autocertificazione che lo provasse o che abbia convinto gli agenti che lo hanno controllato. Fino ad aprile scorso, per i contravventori erano previste conseguenze penali, poi è stato deciso che doveva essere considerato solo illecito amministrativo con una sanzione pecuniaria (ammontare minimo di 400 euro entro 60 giorni dalla contestazione o dalla notificazione), ma se il pagamento avviene entro 5 giorni, la cifra scende del 30 per cento per l’ammontare di 280 euro.

Attualmente, il numero di multe per assembramenti, mancati distanziamenti, violazioni del lockdown sono abbastanze rare. C’è un sostanziale rispetto delle normative che impongono il coprifuoco, col traffico praticamente azzerato dopo le 22. A muoversi senza giusti motivi possono essere solo dei malintenzionati che, come l’altra sera, si sono imbattuti nelle auto della polizia dopo una serie di furti alla ricerca di spiccioli nei registratori di cassa dei negozi.

ro.da.