Rientrano, senza dubbio, tra gli albergatori storici di Pesaro. Da anni chiedono maggiori controlli sulla movida di viale Trieste, che si concentra proprio a ridosso del loro albergo, l’hotel Napoleon di viale Fiume. Paolo Pedini, assieme al figlio Matteo e alla moglie Claudia, ha letto con molta attenzione gli articoli usciti in questi giorni sul Carlino. Stanchi di una "situazione diventata insostenibile", chiedono aiuto al Comune, "perché in questi anni, abbiamo solo subìto, complice, soprattutto, un’amministrazione troppo permissiva", spiega la famiglia in una lettera. "Ci troviamo nell’incrocio che, di notte, diventa il più affollato – scrivono Paolo, Matteo e Claudia –. Vorremmo specificare che la parte del lungomare, tra porto e palla, è più viva perché esistono spazi per ospitare bar, ristoranti, pub, gelaterie e negozi, cosa che non è possibile nel resto di viale Trieste, dove ci sono solo abitazioni o alberghi senza attività commerciali". "Il nostro albergo, negli ultimi anni, è stato completamente rinnovato: abbiamo addirittura costruito, nel 2012, un’intera ala nuova e la nostra famiglia investe tutte le proprie energie e risorse per cercare di garantire ai propri clienti il miglior servizio possibile. Turisti, i nostri, che principalmente sono famiglie con bambini o coppie adulte, un target che dunque non trova nessun beneficio nei locali notturni. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva per arginare i rumori provenienti dalla strada. Ma quando il cliente riparte, dicendoci che si è trovato bene a Pesaro, che gli è piaciuto tanto l’albergo, ma che è contento di tornare a casa per riuscire finalmente a dormire, noi come dovremo sentirci?".
"Siamo imprenditori e abbiamo avuto un grosso calo di fatturato anche noi – sottolineano ancora i Pedini –. Ora desideriamo solo lavorare in tranquillità. Ai locali chiediamo il rispetto degli orari di ascolto della musica e di mantenere il volume nei limiti dei decibel consentiti, dato che non sempre vengono rispettati da tutti. Non vogliamo fare la guerra a nessuno, ma solo difenderci. Capiamo che gli assembramenti non sono imputabili ai locali, ma purtroppo ci sono e disturbano. Un albergo che vende le camere per poter dormire e un condominio in cui abitano persone che la mattina devono svegliarsi presto per andare a lavorare, non possono convivere con una zona in cui la gente sosta schiamazzando fino alle 4 del mattino anche con i locali chiusi". "E poi, dove sono i servizi igienici per tutte queste persone? – incalza ancora la famiglia Pedini –. Spesso utilizzano gli scivoli dei garage e la spiaggia per urinare e vomitare. Bisogna trovare spazi alternativi per far divertire i giovani, luoghi dove possano stare insieme la notte senza dare fastidio a nessuno. E’ facile dire che i ragazzi devono potersi incontrare senza migrare in Romagna, ma parliamoci chiaro: nessuno li vorrebbe sotto la propria casa fino al mattino. Siamo stanchi di rimanere inascoltati. Non si può parlare di turismo seduti alla scrivania di una stanza in Comune, non si può pensare di sistemare tutto con una ruota panoramica e qualche lanterna. Prima risolviamo i problemi principali con incontri concreti e costruttivi tra amministrazione e associazioni di categoria, poi si penserà al superfluo. Finora abbiamo solo subìto. Ora al Comune e agli organi di controllo chiediamo aiuto, perché così non si può andare avanti. La sicurezza privata, purtroppo, non ha il potere necessario; per questo, occorrerebbe una maggiore sorveglianza di questa zona, con una pattuglia in sosta che funga almeno da deterrente per evitare situazioni spiacevoli". Ang.Panz.