Pesaro, 10 dicembre 2018 - Storie dall’inferno, per fortuna con il biglietto di ritorno. Ecco ad esempio cosa racconta Alessandro Tinti, 19 anni, pesarese, studente dello Scientifico Marconi: «Quando hanno spruzzato il peperoncino, il dj lo ha annunciato al microfono, tutti sono scappati dal locale, compreso me. Appena mi sono salvato, capendo la gravità della situazione, sono andato anche io verso l’esterno per aiutare i feriti. Ho portato fuori una ragazza, che non riusciva a camminare. Poi, ho visto quei corpi senza vita. Una scena agghiacciante».
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Ha ancora il groppo in gola. Venerdì scorso, durante i tragici fatti di Corinaldo, c’era anche lui alla ‘Lanterna Azzurra’ (foto). Come tanti altri pesaresi. Aveva deciso di passare una serata alternativa, di godersi il concerto di Sfera Ebbasta senza troppi pensieri. Tanta è stata la paura quando, intorno a mezzanotte e quaranta, all’esterno della discoteca, si è consumata la tragedia. «Ho visto morire la gente davanti ai miei occhi - racconta Tinti, ancora colpito - : dopo aver aiutato la ragazza, con un compagno, ho raccolto un corpo in fin di vita e l’ho portato al 118, all’esterno del locale. Non dava segnali. Non lo dimenticherò mai».
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Oltre a lui, Dina Ngunza, 19 anni, studentessa dello Scientifico, di origini congolesi, ma nata a Pesaro, ancora non si capacita di ciò che è accaduto: «Ero alla festa, sono partita da Pesaro con altri amici - confida - , non mi sono ferita, perché quando è accaduto tutto ero già all’esterno del locale e stavo facendo la fila per entrare.
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Poi una storia lieto fine. Quella della figlia di carabiniere di Pergola, svegliatasi ieri dal coma. «Ho vissuto un incubo, stavo impazzendo dal dolore, ora impazzisco di felicità», dice Daniela, madre della 15enne di Pergola rimasta ferita gravemente nella calca della discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo, che oggi si è risvegliata nella Rianimazione degli Ospedali Riuniti di Ancona. «Ha riconosciuto me, la madre e la sorella. Mia figlia sta bene», racconta il padre Pierpaolo, carabiniere in servizio a San Lorenzo in Campo che ha ricevuto in questi giorni tanti attestati di vicinanza anche da parte dei più alti gradi dell’Arma. «Da due giorni non dormivo», ammette con le lacrime agli occhi. «Non ricorda nulla di quanto è accaduto - aggiunge -. Ha chiesto perché si trova in ospedale».
La ragazzina non smette di tenere la mano della mamma a cui chiede di non lasciarla e ha anche parlato con un’amica al telefono. Avrà un cellulare nuovo, visto che il suo l’ha perso la sera in cui è rimasta coinvolta nella calca. Dopo aver sentito le notizie su quello che stava accadendo il padre l’ha chiamata e ha risposto un ragazzo che aveva ritrovato il telefono e che non sapeva nulla di lei: da lì la corsa a Corinaldo dove il carabiniere ha trovato la figlia sdraiata vicino all’ambulanza, quasi irriconoscibile tanto il viso era gonfio per i traumi subiti. Ora la gioia del risveglio, dopo due giorni di disperazione.
«Quando si è svegliata ha sgranato gli occhi come se dovesse scappare da qualcosa», ha detto ancora il padre «vuole sempre la mano della mamma». «La bambina è lì, adesso non la stacco più da me - continua la madre Daniela, ringraziando tutti quelli che si sono adoperati per soccorrerla - mi cerca la mano e vuole che stia con lei. Si lamenta dei dolori, chiede quando andiamo a casa. Adesso, quando la mettono in cameretta verranno le amiche a trovarla. Con una l’ho già fatta parlare: le amiche piangono tutte di gioia, riceviamo telefonate da tutta Italia, abbiamo avuto tantissime testimonianze d’affetto».