Dunque Letterio Morabito, nato il...?
"Nel 1964".
A Bolzano centro mi pare?
"No, semmai a Messina centro, dove è di moda il nome Letterio".
Nome da signori insomma, ormai la storia del nome Letterio legato alla leggenda della lettera scritta addirittura dalla Madonna è cosa nota. Invece dove ha studiato?
"A Milano".
Ecco, allora ci dica piuttosto come un sudista duro e puro si sia fermato a Pesaro.
"Per la verità cominciai in Ancona, chiamato dal professor Ducati che arrivava dal San Raffaele di Milano, poi a Pesaro in convenzione, con Raul Zini, primo operato Walter Magnifico, poi nel 2004 aperto il reparto con Zini. Ormai eravamo cresciuti".
Nel 2023 Neurochirurgia ha effettuato oltre 1000 interventi, roba da record mondiale, come è partito il 2024?
"Con una lista d’attesa di 1.800 pazienti".
Il suo può definirsi un team di eccellenza?
"Penso di sì perché siamo riusciti ad essere autonomi su tutte le patologie. Le strutture necessarie sono molto complesse e voglio ricordare il grande aiuto che ci venne dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro ai tempi di Gianfranco Sabbatini"
E oltre alla tecnologia?
"Settimanali incontri e discussioni continue con tutti gli altri specialisti".
Se dovesse definire un carattere delle vostra forza?
"Che Pesaro ha sempre garantito uno standard molto alto, per questo siamo noti in Italia. Lassù dove non possiamo arrivare attiviamo le collaborazioni".
Ma lei il "Carlino" lo legge?
"Certo, quando sono protagonista e quando anche non vorrei esserlo".
Per lei professionalmente che cosa considera una vetta?
"Avere aperto il reparto che attraverso il tempo si è guadagnato un ruolo sempre più importante fino ad essere oggi il principale nella regione. Essere considerati una consolidata tradizione ormai antica".
Senza nessun intento polemico, questa è soprattutto un’occasione di festa, come si sta muovendo la nuova classe politico-amministrativa in materia di sanità?
"Serve continuo aggiornamento tecnologico, non sono ancora state fatte cose che possano invertire la rotta".
Se dovesse diventare Cittadino dell’anno lo sarebbero anche tutti i suoi collaboratori?
"Senz’altro".
Non so per chi voterete ma un buon bisturi per amico fa sempre bene.
f.b.