Sassocorvaro (Pesaro), 9 dicembre 2024 – Ha avuto la prontezza di capire subito che il monossido stava aggredendo i suoi tre bambini, oltre che lei stessa: così ha spalancato le finestre della casa, poi ha chiamato i soccorsi. Ed ha evitato la tragedia.
E’ successo l’altra notte nella zona di Sassocorvaro, in una casa in cui, al momento del fatto, c’erano solo la mamma (di origine straniera) e i suoi tre figli di 12, 11 e 8 anni. L’inizio del dramma è quello tipico di questi episodi: una famiglia che prepara la cena con un braciere di carboni ardenti e poi, invece di spegnere tutto, lo lascia acceso per il resto della serata per scaldarsi, per combattere il freddo.
Accade la stessa cosa in questa casa. Solo che a un certo punto, la donna, che è ben integrata nel suo tessuto sociale, parla bene anche italiano, sia lei che i bambini, e viene descritta come molto sveglia, vede che i tre figlioletti accusano tutti gli stessi sintomi, in contemporanea: vomito e mal di testa.
A un certo punto anche lei accusa la cefalea. Deduce che potrebbe trattarsi di una intossicazione da monossido di carbonio. Che col freddo si posiziona in basso nell’aria, e quindi causa e in questo caso ha causato danni maggiori prima a tre bambini, poi a lei. La donna apre subito le finestre, poi chiama i soccorsi.
La famigliola – in quel momento era sola coi 3 bambini – viene trasportata dal 118 d’urgenza, a mezzanotte circa, alla camera iperbarica di Ravenna, dove tutti e quattro arrivano intorno alle 3 di notte e dopo gli accertamenti di rito vengono sottoposti al trattamento di disintossicazione per due ore.
Si scoprirà dopo che i quattro avevano tra 11% e 12% di monossido del sangue. Soprattutto per un bambino, è una percentuale abbastanza alta (un adulto, forte fumatore, diciamo da 20 sigarette in su, può arrivare a 3%-4%).
La famiglia verrà sottoposta questa mattina a un secondo trattamento, per assicurarsi che non ci siano danni ulteriori, come si procede di norma in questi casi, e come conferma il dottor Pasquale Longobardi, che del Centro Iperbarico ravennate è il direttore. Ed evidenzia che con il freddo questo tipo di incidenti diventa sempre più frequente: “A novembre la camera iperbarica ha già trattato 20 casi”. La scorsa notte ha lavorato la sua equipe. Tutti e quattro sono fuori pericolo. Anche grazie all’intuito della giovane mamma.