"Mi vergogno di essere la madre di Michael Alessandrini, mio figlio è nato bacato. Le maestre me l’avevano detto già all’età di 1 anno e mezzo. Non so se vorrò rivederlo mai più. Ha ucciso anche noi, non lo posso perdonare. Deve pagare per quello che ha fatto".
Silvia Di Lena, la mamma di Michael Alessandrini ha parlato ieri agli organi di informazione: "Beveva quando stava male, sapevo che aveva bisogno di cure ma non voleva farne. Siamo tutti vittime, Pierpaolo era buono, ed era l’unico che cercava di farlo ragionare. Ho bisogno di chiudermi in una bolla e continuare a vivere e capire se vorrò rivedere un giorno mio figlio o tenerlo lontano da me per sempre. Vorrei morire io al posto di Pierpaolo, se solo fosse possibile".
La mamma del presunto killer (i dubbi sono nulli, gli hanno trovato addosso il cellulare della vittima e un coltello, probabilmente lo stesso usato per uccidere) gestisce l’hotel San Marco in via XI Febbraio. Dice: "Mi chiudo in una bolla e continuo a vivere tenendo aperto l’hotel perché altrimenti dovrei buttarmi da un terrazzo. Non è possibile affrontare un dolore come questo, sapere che tuo figlio ha ucciso un suo amico per niente, per colpa della sua condizione psicologica che lo ha segnato fin dalla nascita. E poi ora, quando stava peggio, beveva e a parole diventava violento". Il padre: "Lo abbiamo pregato di andare a curarsi, non poteva stare così. Ma lui non voleva. Abitava in una stanza dell’albergo". La polizia perquisì subito quella stanza poche ore dopo il ritrovamento del corpo perché era già chiaro chi aveva affondato per il 13 volte il coltello nel corpo di Pierpaolo Panzieri, l’ultimo amico che gli era rimasto