REDAZIONE PESARO

"Mi minacciava di morte con un’ascia". Ma i giudici lo assolvono

Il tribunale di Pesaro assolve un padre accusato di maltrattamenti in famiglia, dichiarando che "il fatto non sussiste". Testimonianze contraddittorie portano alla conclusione che le accuse non sono state provate.

"Mi minacciava di morte con un’ascia". Ma i giudici lo assolvono

Lo aveva accusato di averla minacciata di morte mostrandole un’ascia che teneva tra gli attrezzi da giardino, di averla picchiata e mortificata anche alla presenza del figlio piccolo. Ma giorni fa è stato assolto dal tribunale di Pesaro, perché "il fatto non sussiste". Con queste quattro parole il collegio del tribunale di Pesaro ha messo la parole fine, almeno in primo grado, all’odissea giudiziaria di un padre pesarese accusato dalla moglie di origine straniera per maltrattamenti in famiglia.

"Un fatto non dimostrato ed episodi raccontati sempre in maniera difforme e in più fasi – commenta l’avvocato Luigi Tranquilli -. Le persone ascoltate come testimoni, e che sarebbero intervenute nell’immediatezza degli episodi indicati dalla parte civile hanno smentito l’accaduto. Anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Si tratta di una vicenda che ha creato grande sofferenza nel mio assistito che dal 2020 sta cercando di ricostruire i rapporti con il bambino che ora ha dieci anni. Nessuno potrà restituire le sofferenze create ad un padre per fatti inesistenti e che hanno dilaniato il rapporto con il figlio. Quando sarà un po’ più grande parlerà con lui e gli spiegherà tutto l’accaduto".

La moglie aveva raccontato che veniva spesso lasciata sola in casa, anche senza riscaldamento, che non aveva autonomia di denaro né per sé né per le spese necessarie al bambino. Aveva detto di essere stata mortificata fisicamente e con offese, le avrebbe anche impedito di prendere la patente di guida e poi quella minaccia di morte "ti uccido, ti taglio a pezzettini": aveva detto di essere stata spintonata anche dopo il parto e in un’occasione l’avrebbe picchiata fino a farle perdere conoscenza.

La donna aveva raccontato che il marito non la lasciava sola neppure dal medico e che il clima in famiglia era invivibile, e la sofferenza fisica e morale causata dal marito sia a lei che al figlio era diventata insostenibile. Nulla di vero, secondo il tribunale di primo grado che ha dichiarato l’innocenza dell’imputato dopo aver esaminato testimonianze e gli elementi prodotti da entrambe le parti: una vicenda lunga e dolorosa per tutte le parti in causa.

a.m.